In Romagna c'è una produzione di qualità, ma si beve soprattutto "straniero". Nato un club di quindici aziende per valorizzare il nostro prodotto
L’unione fa la forza è molto più di un proverbio. Nella piccola media industria è un passaggio fondamentale. Anzi, comincia ad essere una filosofia. Perché, è vero, piccolo è bello, ma ha qualche controindicazione. Soprattutto quando c’è da aggredire un mercato o valorizzare un brand. Senza poi parlare della ricerca.
Un mondo fatto di tante piccole aziende è quello del vino. Pur fra mille difficoltà si sta ritagliando un’importante fetta di mercato. Ma sempre più di frequente sente l’assoluta necessità di fare sistema. Succede per operazioni di scopo dove, per l’appunto, l’unione fa la forza.
È quello che hanno deciso di fare quindici produttori di bianchi. Hanno creato un club che si prefigge di promuovere i bianchi romagnoli che necessitano di una spinta promozionale. Anche e soprattutto a casa nostra.
È vero che nessuno è profeta in patria, ma non è bello vedere che nel nostro territorio ai nostri bianchi spesso sono preferite etichette di altre regioni d’Italia. Potrei capire se il nostro prodotto non fosse competitivo. Ma lo è. Senza ombra di dubbio. Da oltre un decennio i produttori locali hanno alzato con decisione l’asticella di qualità e piacevolezza mantenendo un buon rapporto qualità prezzo.
Ma, le cose vanno bene per quanto riguarda l’export, meno a livello naziinale e, soprattutto, in zona. In modo particolare per i bianchi.
Eppure in Romagna c’è un mondo bianco. Ci sono i classici autoctoni come l’Albana, la Regola, il Trebbiano e il Pagadebit. Poi si sono aggiunti vitigni minori come il Famoso. Ma anche vitigni internazionali come: Pinot bianco, Sauvignon blanc, Riesling e Chardonnay.
Si tratta però di farli conoscere. Sia agli addetti ai lavori che al grande pubblico. Per farlo serve però molto di più rispetto alle tradizionali operazioni commerciali. Il mercato va aggredito. Vanno organizzate iniziative quasi a getto continuo. Cose che un singolo operatore difficilmente potrebbe fare da solo. Ed ecco, allora, che è nato il club. Ed è un bel gruppo. È composto da quindici cantine che comprendono buona parte della Romagna. In totale coltivano 500 ettari di vigneto, di cui quasi 200 a vitigno bianco. In totale producono tre milioni di bottiglie, un terzo a bacca bianca.
La regia è di Prima pagina. L’obiettivo: creare visibilità e reputazione favorendone la conoscenza e la diffusione tra i winelover e nei locali pubblici, ristoranti, hotel, enoteche e winebar. Consapevoli che poi la qualità pagherà.
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