2 Aprile 2025
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Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)

Fra meno di sette mesi si voterà per scegliere il nuovo sindaco. In questo momento tutto l’interesse è orientato sulle vicende nazionali e quelle cittadine stanno passando in secondo piano. Pd a parte (il candidato è stato scelto), negli altri schieramenti ancora c’è molto attivismo. Sì pensava che tutto restasse sotto traccia fino a dopo Natale.  Però un’accelerata potrebbe essere arrivata dall’autocandidatura di Spinelli. Ma vediamo come è la situazione.


M5S:. In questo momento pare in difficoltà, stante la separazione anche visibile (in Consiglio comunale Guiduzzi e Ceccaroni l’ultima volta hanno votato costantemente in dissenso l’una dall’altra) tra le due anime. Non è assurda la  prospettiva che a Cesena Grillo and c. non concedano l’uso del simbolo. È già accaduto a Ravenna e Rimini nel 2016: esattamente come qui i “fedeli” di Grillo andarono in minoranza e da Milano esclusero tutti, non concedendo il simbolo.


Valletta and c. Qui sta la scommessa di Valletta. Dopo un’estate di “gentilezze” per costruire il “quarto polo” con Pri, Psi e Gilberto Zoffoli, mercoledì sera li ha accolti più o meno così: buonasera, siamo felici di avervi con noi, ma sia chiaro che il candidato sindaco sono io (Valletta), che vi dovrete integrare nel nostro movimento e che noi forse staremo con il Partito che sta creando Pizzarotti. Naturalmente questo ha fatto saltare il tavolo. Poi, anche considerati i dissidenti interni (Davide Fabbri, che vuole candidarsi lui a sindaco e qualche architetto “civico” che per la prima volta non lo affiancava), da giovedì Valletta ha ripreso le telefonate rassicuranti a Pri e Zoffoli (“non spaventatevi, vedrete che troveremo un accordo”), ma lui ha deciso: scommette sulla rottura nei 5stelle e sulla sua forza di rappresentare i dissidenti e non solo.


Centrodestra. È  palese la competizione (si vede anche in Consiglio comunale, dove si rubano intervento e tempi degli stessi) tra Casali e Spinelli. Il primo è il più leghista di Forza Italia, il secondo il più ciellino di Forza Italia. Toccherà ad uno dei due ed alla fine deciderà… Luca Bartolini, nuovo coordinatore Provinciale di Forza Italia: è un furbone già democristiano e sa che, a differenza di Forlì, per loro qui la partita sarà più difficile e quindi potrebbe anche fargli comodo “sacrificare” il meno funzionale dei due candidati. In questo caso, a vincerla potrebbe essere Spinelli, perché così Bartolini si assicurerebbe le tante preferenze cielline di Cesena e Forlì, in vista delle regionali alle quali si candiderà sicuramente. E, forse, non è un caso la fuga in avanti di Spinelli con la quale si è  autocandidato. E Marco Casali, come reagirebbe alla eventuale seconda trombatura, dopo quella del 2014 a favore di Zoffoli?


Pd. Cesena è l’unico posto nel quale l’ex partitone non si è spezzato e candida in modo unitario Lattuca. Ma a Lattuca viene contestata una certa lentezza (dalla bella iniziativa di maggio è quasi sparito). Abituati alla frenesia anche eccessiva di questi anni, molti faticano ad adattarsi a ritmi più slow. Sul Pd pesa però il congresso in arrivo: se ci sarà, causerà rotture che provocheranno traumi dei quali il partito non ha bisogno. Però, in questo momento, i migliori alleati del Pd paiono essere gli scontri interni fra gli avversari. Quanto agli alleati veri, sono ormai scritti: Leu (capitanata da Elena Baredi e Riccardo Caporali), il gruppo di Beppe Zuccatelli, Luigi di Placido e la lista di Christian Castorri, il cui attivismo civico sta caratterizzando questa fase.

 

Pri, Psi e Zoffoli. Dovranno scegliere in questo quadro: tra chi non li vuole e che loro non vogliono (il centrodestra), il gruppo Valletta and c. e il centrosinistra a guida Pd. Scelta difficile, ma senza alternative, perché tutti assieme difficilmente raccoglierebbero i voti per essere rappresentati in Consiglio comunale.

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