Candidature: Spinelli ha rotto gli indugi. Ma in tutti gli schieramenti il fuoco cova sotto la cenere
Fra meno di sette mesi si voterà per scegliere il nuovo sindaco. In questo momento tutto l’interesse è orientato sulle vicende nazionali e quelle cittadine stanno passando in secondo piano. Pd a parte (il candidato è stato scelto), negli altri schieramenti ancora c’è molto attivismo. Sì pensava che tutto restasse sotto traccia fino a dopo Natale. Però un’accelerata potrebbe essere arrivata dall’autocandidatura di Spinelli. Ma vediamo come è la situazione.
M5S:. In questo momento pare in difficoltà, stante la separazione anche visibile (in Consiglio comunale Guiduzzi e Ceccaroni l’ultima volta hanno votato costantemente in dissenso l’una dall’altra) tra le due anime. Non è assurda la prospettiva che a Cesena Grillo and c. non concedano l’uso del simbolo. È già accaduto a Ravenna e Rimini nel 2016: esattamente come qui i “fedeli” di Grillo andarono in minoranza e da Milano esclusero tutti, non concedendo il simbolo.
Valletta and c. Qui sta la scommessa di Valletta. Dopo un’estate di “gentilezze” per costruire il “quarto polo” con Pri, Psi e Gilberto Zoffoli, mercoledì sera li ha accolti più o meno così: buonasera, siamo felici di avervi con noi, ma sia chiaro che il candidato sindaco sono io (Valletta), che vi dovrete integrare nel nostro movimento e che noi forse staremo con il Partito che sta creando Pizzarotti. Naturalmente questo ha fatto saltare il tavolo. Poi, anche considerati i dissidenti interni (Davide Fabbri, che vuole candidarsi lui a sindaco e qualche architetto “civico” che per la prima volta non lo affiancava), da giovedì Valletta ha ripreso le telefonate rassicuranti a Pri e Zoffoli (“non spaventatevi, vedrete che troveremo un accordo”), ma lui ha deciso: scommette sulla rottura nei 5stelle e sulla sua forza di rappresentare i dissidenti e non solo.
Centrodestra. È palese la competizione (si vede anche in Consiglio comunale, dove si rubano intervento e tempi degli stessi) tra Casali e Spinelli. Il primo è il più leghista di Forza Italia, il secondo il più ciellino di Forza Italia. Toccherà ad uno dei due ed alla fine deciderà… Luca Bartolini, nuovo coordinatore Provinciale di Forza Italia: è un furbone già democristiano e sa che, a differenza di Forlì, per loro qui la partita sarà più difficile e quindi potrebbe anche fargli comodo “sacrificare” il meno funzionale dei due candidati. In questo caso, a vincerla potrebbe essere Spinelli, perché così Bartolini si assicurerebbe le tante preferenze cielline di Cesena e Forlì, in vista delle regionali alle quali si candiderà sicuramente. E, forse, non è un caso la fuga in avanti di Spinelli con la quale si è autocandidato. E Marco Casali, come reagirebbe alla eventuale seconda trombatura, dopo quella del 2014 a favore di Zoffoli?
Pd. Cesena è l’unico posto nel quale l’ex partitone non si è spezzato e candida in modo unitario Lattuca. Ma a Lattuca viene contestata una certa lentezza (dalla bella iniziativa di maggio è quasi sparito). Abituati alla frenesia anche eccessiva di questi anni, molti faticano ad adattarsi a ritmi più slow. Sul Pd pesa però il congresso in arrivo: se ci sarà, causerà rotture che provocheranno traumi dei quali il partito non ha bisogno. Però, in questo momento, i migliori alleati del Pd paiono essere gli scontri interni fra gli avversari. Quanto agli alleati veri, sono ormai scritti: Leu (capitanata da Elena Baredi e Riccardo Caporali), il gruppo di Beppe Zuccatelli, Luigi di Placido e la lista di Christian Castorri, il cui attivismo civico sta caratterizzando questa fase.
Pri, Psi e Zoffoli. Dovranno scegliere in questo quadro: tra chi non li vuole e che loro non vogliono (il centrodestra), il gruppo Valletta and c. e il centrosinistra a guida Pd. Scelta difficile, ma senza alternative, perché tutti assieme difficilmente raccoglierebbero i voti per essere rappresentati in Consiglio comunale.
Questo post è stato letto 138 volte