Rendere l’educazione alla cittadinanza una materia obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado.
Una battaglia giusta è quella rilanciata dal sindaco di Firenze Dario Nardella e supportata dall’Anci nazionale. In Emilia Romagna sono già stati molti i sindaci ed amministratori scesi in campo per la raccolta firme necessaria perché la legge di iniziativa popolare, che è già stata depositata in Corte di Cassazione il 14 giugno scorso, abbia successo.
Di firme ne serviranno almeno 50mila perché il testo di legge possa approdare in Parlamento.
Nel 1958 fu per primo Aldo Moro, ministro della Pubblica Istruzione, ad introdurre l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione. Ma l’iniziativa, nel medio termine, non ebbe un grande successo.
Dall’anno scolastico 2010/2011, dopo una lunga serie di riforme o tentativi di riforma, si è passati al nome “Cittadinanza e costituzione”, che comprende cinque argomenti: educazione ambientale, educazione stradale , educazione sanitaria, educazione alimentare, Costituzione italiana: con due ore mensili affidate al professore di storia. In teoria, l’insegnamento è presente per tutti gli istituti di ogni ordine e grado all’interno delle materie di storia e geografia; in pratica è quasi sparita del tutto.
«Sosteniamo con grande piacere questa proposta di legge – sottolinea Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente Anci Emilia Romagna – che va ad aggiungere valore ad un progetto nel quale cediamo fortemente: l’insegnamento nelle scuole della nostra Costituzione e la diffusione dei principi di legalità, civismo, solidarietà e uguaglianza in essa contenuti».
Chi volesse firmare potrà farlo presso gli uffici Anagrafe dei Comuni negli orari di apertura.
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