In politica innanzitutto serve concretezza. É quella che dovrà emergere nel confronto di giovedì
Cos’è la politica? Secondo me è forza, soluzione dei problemi, pragmatismo, mediazione, realismo. In una parola sola: concretezza. Un sostantivo bipartisan che dovrebbe essere il primo punto di qualsiasi programma. Ha però un grandissimo difetto: non è una calamita per i voti. Spesso, essere concreti significa dover far scelte impopolari oppure che non riscaldano il sentimento popolare.
L’esempio più lampante viene dall’attuale governo. Adesso ad ogni piè sospinto Salvini, Conte e Di Maio parlano della necessità di sbloccare i cantieri e di rivedere il codice degli appalti. Il leader leghista ha ipotizzato anche la decretazione d’urgenza. Hanno ragione. Peccato che abbiamo perso quasi un anno. Quelli di cui stanno parlando ora dovevano essere i primi atti di un governo che, dal precedente, aveva ereditato un tesoretto: opere pubbliche per 140 miliardi già finanziati.
Invece il governo si è incaponito (perdendo molto, troppo tempo) su “quota 100” e “reddito di cittadinanza”, provvedimenti spot che potevano essere rinviati anche di un anno. Ma non sarebbero cresciute le intenzioni di voto. Ed ora devono rincorrere. Fare le cose in fretta perché l’Italia ha l’assoluta necessità di questo tipo di provvedimenti per dare ossigeno all’economia. Fra i tantissimi, lo sosteneva anche l’ex ministro Savona, ora guida la Consob.
Ecco, siamo alla vigilia del faccia a faccia fra Lattuca e Rossi. È organizzato da Confesercenti e si terrà giovedì pomeriggio. Forse ce ne saranno altri. Forse no. Di certo sarà un momento molto interessante. Per carità, non voglio caricarlo di troppe aspettative, ma sarà un momento che potrà dare tante risposte. È chiaro che ognuno avrà una propria ricetta, una propria visione della città come è logico che sia quando ci sono culture diverse. Per quanto mi riguarda, quello che mi auguro è però che innanzitutto ci sia tanta concretezza. In questi casi il rischio è di voler stupire con effetti speciali. È chiaro, non si può pensare di avere a che fare con due burocrati. Quelli andavano bene per le tavole rotonde degli anni Settanta. Quelle moderate da Ugo Zatterin. Però ha ragione Cesare Soldati, presidente di Confesercenti, quando dice: “Chiederemo risposte precise e concrete”. E le attendiamo. Astenersi perditempo.
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