Quanti miliardi all’estero

Post di Gian Paolo Castagnoli

Molto interessante e stimolante l’ultimo post di Gian Paolo Castagnoli.

Alcune settimane fa è uscita una notizia bomba, che però è passata quasi inosservata. Grazie a un accordo internazionale, l’Agenzia delle Entrate è riuscita a scoprire che in oltre cento Stati all’estero esistono conti bancari intestati a 1,1 milioni di italiani, per una somma totale di 85 miliardi di euro! La lista è però provvisoria: si stanno raccogliendo dati da altri Paesi e quindi si stima che alla fine quegli 85 miliardi potrebbero raddoppiare, raggiungendo l’astronomica cifra di 170 miliardi. Non tutti quei conti appartengono automaticamente al mondo delle ricchezze sottratte al fisco, perché in parte potrebbero essere stati regolarmente denunciati, ma la maggior parte sí. Anche perché molti si trovano nei cosiddetti paradisi fiscali.


A questo aggiungiamo un altro paio di chicche a proposito degli italiani brava gente, e soprattutto tutta onestissima, a parte i politici ladri. Il giro di affari delle mafie in Italia ammonterebbe a 150 miliardi all’anno. Sull’evasione fiscale del mio Belpaese ci sono stime molto differenti: si va da “soli” 100 miliardi all’anno ipotizzati dal Ministero delle Finanze a 190 miliardi calcolati in una ricerca europea. Poi non dimentichiamo la corruzione: secondo un recente studio, tra costi diretti ed effetti indiretti, ci fa perdere la bellezza di 237 miliardi ogni anno.
A me pare che sia tutto estremamente e drammaticamente chiaro: il problema numero uno dell’Italia non va cercato fuori, è qui in mezzo a noi, è il popolo italiano, la famosa gggente o più solennemente i gloriosi compatrioti a cui una certa politica liscia il pelo, dicendo che i cattivi sono sempre gli altri e che le colpe vanno sempre cercate altrove.


E invece no.
Il problema è l’euro.
Il problema è la Ue che è troppo inflessibile.
Il problema sono la Germania e la Francia che ci vogliono sottomessi e deboli.
Il problema sono le tasse troppo alte.
Il problema è la maledetta globalizzazione, che ci distrugge con la concorrenza sleale dell’olio tunisino.


Il problema sono i migranti che ci impoveriscono portandoci via il lavoro.
Mi fermo qui, ma potete aggiungere voi il vostro “problema” preferito. Basta pescarlo tra i tanti che si sentono elencare in giro da chi ripete a pappagallo le ridicole bugie machiste dei sovranisti, le fesserie demagogiche dei populisti e le scemenze dei complottisti.


Oggi, però, mi sento patriota più del solito e quindi chiudo questa mia riflessione con l’unico anatema che un vero patriota può lanciare: maledetti italiani! Maledetti italiani, ciechi, tolleranti e spesso complici nei confronti di chi veramente affossa il mio amato Paese, e cioè schiere infinite di altri italiani disonesti fino al midollo ma sempre pronti a puntare l’indice contro qualcun altro per distogliere lo sguardo dalle loro porcherie quotidiane. Essere patrioti significa dirlo a voce alta, perché rubano a tutti fette enormi di presente e di futuro e l’Italia non avrà speranza finché non se ne prenderà atto e non si inizierà a combattere duramente questi veri nemici, e non quelli farlocchi che i pifferai magici si inventano, confidando sul fatto che il popolo è bue e basta qualche trucco da illusionista per infinocchiarlo.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.