Intervento di Graziano Gozi, direttore Confesercenti
È tutto fuorché populista. Anzi è concreto e, soprattutto, mai banale. Graziano Gozi, direttore Confesercenti, non interviene spesso. Quando lo fa però lascia il segno. Questa volta si occupa di burocrazia. Ma non lo fa sbraitando, sbattendo i pugni e alzando i decibel della voce. Ma spiegando quali sono i problemi e indicando le soluzioni.
l Covid-19 ha provocato pesanti conseguenze di carattere sanitario e gravi problemi di natura economica. Quasi tutte le imprese sono state chiuse per oltre due mesi e sono stati diversi ed importanti gli interventi messi in atto dalle Istituzioni a tutti i livelli per alleviare le difficoltà delle aziende.
Fra gli aiuti, il posticipo della rata Inps dal 16 maggio al 16 settembre, con possibilità di pagamento rateale o in unica soluzione. A questo punto, le aziende devono sistemare la propria posizione compilando l’apposito modulo, direttamente nel sito dell’Inps, che è già in possesso di tutti i dati delle imprese.
Viviamo nell’era del digitale, le transazioni economiche avvengono avvicinando il telefono cellulare ad un pos. Ma per regolarizzare il pagamento posticipato di 4 mesi della rata Inps occorre inserire manualmente 30 (trenta) dati. Se non ne inserisci uno, o se non lo inserisci correttamente, la procedura si blocca. Ma è possibile?!
Sembra una penitenza, una punizione per chi ha posticipato il pagamento! Sono tutti dati già in possesso dell’Ente: che senso ha una procedura del genere?! L’amarezza e la delusione non sono nei confronti dell’Inps in quanto tale, dove anche in questi giorni ferragostani troviamo fattive dimostrazioni di cortesia, collaborazione e disponibilità. É la burocrazia che fa a pugni con il buon senso.
Il lavoro si imposta solo ed esclusivamente pensando alla propria necessità, non considerando le conseguenze su chi dovrà effettivamente farsi carico di eseguire i compiti assegnati. É urgente un cambio di mentalità, che deve partire dalla testa (sia in senso fisico, che inteso come vertici di enti e istituti). Occorre sempre pensare alle conseguenze delle proprie azioni e richieste: cosa comporta per gli altri dover assecondare ciò che è utile alle mie esigenze. Se valuto anche questa parte, creo le condizioni per un miglior modo di lavorare in sinergia e nel rispetto delle reciproche necessità.
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