Si avvicina la presentazione del nuovo Regolamento dei quartieri annunciato dall’assessora Andrea Cintorino, ma i dubbi di chi vive l’amministrazione sui territori restano. Ad esprimerli sono cinque coordinatori di zona, come riportato dagli organi di stampa e da Forlì Today, il più seguito quotidiano online della città.
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Roberto Angelini (Zona Centro), Gabriele Brunelli (Zona Sud), Sara Conficconi (Zona Nord), Maurizio Naldi (Zona Ovest), Salvatore Pulizzi (Zona Est) parlano di “cambiamenti poco comprensibili e in alcuni casi addirittura peggiorativi”.
L’idea dell’Amministrazione guidata dal sindaco Gian Luca Zattini non è ancora stata chiarita completamente, ma potrebbe andare nella direzione di eliminare i comitati di quartiere e delegare la gestione di macroaree a persone non elette dai cittadini. Un dimezzamento del numero dei Quartieri e una serie di accorpamenti forzati che non hanno trovato grande adesione.
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Nella loro nota i 5 coordinatori hanno spiegato: “Abbiamo chiesto da sempre un maggiore coinvolgimento, una rete di condivisione e comunicazione che rendesse finalmente sensato prendere parte alla vita del Quartiere, per dare un senso al volontariato e alla burocrazia alla quale essere membri di questi comitati implica, per poi ritrovarci ad essere depotenziati, accorpati e privati di linee guida che marchino la nostra richiesta di ascolto in modo deciso facendola diventare norma e col tempo nuova consuetudine amministrativa. Questo di per sé potrebbe bastare, ma c’è altro, ovvero c’è un decadimento degli attuali Comitati di Quartiere a fine novembre, senza un regolamento definitivo, senza elezioni che per ovvi motivi non si potranno fare in tempi bui come questi e quindi lasciando un vuoto che ancora una volta è incomprensibile”.
I coordinatori delle zone chiedono un rinnovo fino alle nuove elezioni, il ripristino dei Quartieri così come li conosciamo e un aumento del numero dei rappresentanti che sarebbe a soli 7 membri.
“Riteniamo inoltre che la proposta di richiedere a chiunque voglia candidarsi la presentazione del proprio curriculum sia un atto inutile e deterrente, che rischia di allontanare coloro che, anche senza titoli da esporre, sono stati o potrebbero essere, molto più utili al proprio territorio di molti laureati o presunti tali. Richiedere un curriculum vitae è un preambolo di selezione che ripetiamo, non deve riguardare l’amministrazione, ma solo ed esclusivamente i cittadini votanti”.
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