In leggera crescita anche i prestiti
CESENA. Nelle banche del territorio di Forlì Cesena sono depositati poco più 11 miliardi di euro. Lo attesta il bollettino semestrale di Banca d’Italia. Per la verità i depositi dovrebbero essere di circa dieci miliardi perché nel computo di Forlì Cesena Banca d’Italia include anche Santarcangelo e Bellaria che cubano (come dicono i banchieri) circa un miliardo. Comunque cambiano i fattori, ma non il prodotto: è un quantitativo importante. Più dello 0,5 per cento del deposito degli italiani. In lire sono circa 20 mila miliardi, cifra da far tremare i polsi.
Ma non è tutto. Ai depositi va aggiunto un consistente portafoglio titoli: 5,977 miliardi. Un tesoretto che però a Forlì Cesena nell’ultimo periodo è diminuito del 9,1 per cento, il doppio della media regionale, mentre i depositi è sono aumentati del 7,4. La riduzione è stata maggiore per i portafogli delle imprese, probabilmente anche per effetto degli smobilizzi fatti per fronteggiare esigenze di liquidità. Soldi poi trasferiti nei conti correnti e nei depositi a risparmio. Nella creazione di questa sorte di vasi comunicanti la provincia di Forlì Cesena in Romagna è stata la più attiva. Il territorio di Rimini dal portafoglio titoli ha tolto il 6,1 per cento e quello di Ravenna “solo” il tre.
In leggero aumento anche i prestiti. Al 30 giugno erano attestati a quota 11,395 miliardi, lo 0,5 per cento in più rispetto al 31 dicembre 2019 (nel Ravennate meno 1,4, nel Riminese più 4,6), ma in calo rispetto al 31 dicembre 2018 quando si erano attestati a quota 11,844 miliardi. Dal report emerge che la domanda di finanziamenti da parte delle imprese è aumentata significativamente nel corso del primo semestre dell’anno a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria. L’incremento della domanda è ascrivibile principalmente alle necessità di finanziamento del capitale circolante nonché a esigenze di ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse. Effetto proseguito anche nel secondo semestre.
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