Quasi una PMI romagnola su tre non è pronta per affrontare la nuova disciplina del codice della crisi di impresa e insolvenza che entra in vigore a settembre. A preoccupare sono soprattutto gli indicatori di natura finanziaria. È quanto emerge dall’indagine che è stata presentata giovedì 1 luglio da Phirho Consulting e Federcoop Romagna, la società di consulenza e servizi di Legacoop Romagna, nel corso di un webinar gratuito rivolto a tutte le imprese e i professionisti del territorio. L’obiettivo era di comprendere e affrontare al meglio i cambiamenti che la nuova disciplina impone, attraverso casi aziendali concreti e dati specifici. A partire dal primo settembre, infatti, ogni impresa dovrà soddisfare un set di indicatori che servono per cogliere e prevenire le situazioni di potenziale crisi. Di fronte a valori sballati scatteranno segnalazioni obbligatorie degli organismi di controllo e provvedimenti. Nella pratica ogni azienda dovrà dotarsi di strumenti di gestione aziendale ad hoc per monitorare il patrimonio netto e valutare la rimborsabilità dei debiti aziendali prima che sia troppo tardi.
«I rischi maggiori sembrano esserci per le società di dimensioni più piccole — dice il presidente di Legacoop e Federcoop Romagna, Mario Mazzotti — ma la nuova disciplina riguarda tutti: per questo motivo Legacoop Romagna ha avviato subito, insieme alle strutture di riferimento del movimento cooperativo un progetto di monitoraggio che si concretizza in appuntamenti formativi e strumenti a supporto delle aziende».
«Ad esempio — spiega l’AD di Federcoop Romagna, Paolo Lucchi — la recente immissione di liquidità garantita dallo Stato e la sospensione dei piani di rimborso dei debiti pregressi rende ormai necessaria l’elaborazione e l’aggiornamento di piani finanziari mensilizzati. Da qui l’importanza – anche extra Codice della crisi e dell’insolvenza – della pianificazione dei flussi di cassa, ancora più evidente in periodi di forte instabilità come quello attuale».
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