Servono risposte chiare e urgenti
CESENA. I risultati del secondo turno delle elezioni amministrative hanno catalizzato l’interesse dei quotidiani in questo inizio di settimana. Come era facile immaginare, nell’analisi ci sono diverse chiavi di lettura. I giornali più politicizzati hanno sottolineato l’aspetto nella quale è andata meglio la parte politica a loro più vicina e minimizzato i risultati positivi ottenuti da chi è più lontano da loro. Niente di nuovo: il tradizionale gioco delle parti.
Però è indubitabile che dal voto di domenica emergono due temi su tutti. Uno è il buon andamento del centrosinistra, l’altro è l’astensionismo record. L’affluenza si è fermata poco sopra il 42 per cento, mentre al primo turno era al 54.
Per quanto concerne il risultato il Pd e soci fanno bene a brindare, checché ne dicano gli esponenti del centrodestra. Però devono evitare voli pindarici. Lo ha sottolineato anche l’istituto Cattaneo (che di solito ci prende) evidenziando che l’astensionismo ha penalizzato il centrodestra.
Nello stesso tempo però il voto di domenica ha dimostrato che non c’è nulla di scontato in vista delle politiche del prossimo anno. Soprattutto in considerazione del fatto che i populisti sembrano essere meno attrattivi. Molto dipenderà dalla proposto politica che sarà molto più importante di un cartello elettorale. In questo senso tutto è inquadrato in maniera perfetta dal titolo del fondo di prima pagina del Domani di ieri: il campo largo che serve al Pd è una coalizione sociale.
Perché l’unica proposta politica percorribile è quella di dare risposte ai redditi bassi. Sarebbe dovuto essere sempre così, ma è fondamentale nel periodo che stiamo vivendo. E che sia improrogabile è dimostrato da due testimonianze.
“L’impennata del costo del petrolio e del gas è «una tassa che va pagata”. Il punto è chi debba pagarla. Se l’Italia non può fare altri scostamenti di bilancio perché i rischi per il debito “sono troppo alti”, allora quella tassa “la può pagare sicuramente il più ricco per un periodo temporaneo”, ha detto Ignazio Visco dal palco del Festival Internazionale dell’Economia di Torino, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini.
Inoltre l’Osservatorio sui conti pubblici in un intervento su La Stampa, in merito ai bonus sull’energia, sottolinea che sarebbe auspicabile che i fondi pubblici fossero destinati soprattutto dove i bisogni sono più acuti, come peraltro raccomandato dalla Commissione Europea all’ inizio della crisi energetica. Mentre solo il 54 per cento degli stanziamenti per le famiglie (10,8 miliardi) è stato distribuito seguendo un criterio di selettività.
E se lo dicono loro significa che non c’è più margine di trattativa. Quindi chi non ne prenderà atto, facendo proposte realistiche, è giusto che si becchi un bel marameo.
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