Il giornalista cesenate Cristiano Riciputi. Alcuni suoi pezzi utilizzati anche nei film
di Vincenzo Marano
Per i nativi digitali sono soltanto oggetti da museo. Per chi, invece, al digitale è arrivato da “immigrato” hanno avuto un significato importante, sia per ragioni di lavoro sia per ragioni burocratiche. Parliamo delle macchine per scrivere che, dagli inizi degli ani 90, hanno lasciato il posto, definitivamente, alle tastiere digitali dei computer.
A custodire la storia di questo recente passato, ci ha pensato il giornalista cesenate, Cristiano Riciputi. Da circa un decennio, ha iniziato a coltivare questa passione con impegno, fino a diventare uno dei più importanti collezionisti di macchine per scrivere d’Italia. Ne ha raccolte, in giro per il mondo, circa un centinaio.
Fra le più importanti , giunta da qualche mese nella collezione del giornalista una versione speciale della Olivetti M1. Si tratta di una macchina con tabulatore, con carrello ampio 140 spazi e completo di coperchio di protezione, unico esemplare in tali condizioni conosciuto. La M 1, la prima macchina progettata e costruita da Camillo Olivetti (il padre di Adriano), fra il 1912 e il 1920. “A causa della prima guerra mondiale, ne furono realizzati pochi esemplari, circa 5500 – racconta Riciputi – Di questi, oggi, pare ne sia giunto fino a noi solo un 10%”.
Nel corso degli anni, ho acquistato anche la italianissima Taurus (1908) che è la macchina per scrivere più piccola mai realizzata. Se ne conoscono dodici esemplari sparsi in vari musei nel mondo – aggiunge Riciputi – L’americana Elgin (1889, 5 esemplari conosciuti); la Chicago 3 (1903, 10 esemplari conosciuti); la Crandall New Model (1886) considerata la più bella macchina di sempre”.
In tutti questi anni, questi preziosi cimeli sono stati ammirati in molte mostre. La prima risale al 2013 a Sarsina. Fu visitata da circa settecento persone, in quattro giorni. Nel 2016, scrisse anche un libro, insieme al collezionista piemontese, Domenico Scarzello, sulla storia delle macchine per scrivere sulle varie fasi evolutive delle parti meccaniche e della tastiera. Una delle mostre più importanti, organizzate da Riciputi, risale a quattro anni fa, 2018 nelle due torri di Bologna. In cinque giorni, si registrarono cinquemila presenze.
Le sue macchine sono state utilizzate per fiction televisive RAI (Enrico Piaggio, La concessione del telefono). E’ segretario nazionale dell’Associazione italiana collezionisti macchine per ufficio d’epoca e segue la realizzazione della rivista quadrimestrale COMPU, dedicata al mondo del collezionismo delle macchine per scrivere e calcolo. A cadenza regolare, organizza mostre di cui l’ultima allestita alla fiera di Cesena, nello scorso mese di febbraio 2022.
Questo post è stato letto 407 volte