Successo per la passeggiata a Ladino

Oltre 120 le persone presenti

Sono state oltre 120 le persone che nella mattinata di sabato 8 ottobre 2022 hanno partecipato alla passeggiata lungo l’itinerario fluviale del Montone che da Ladino porta a Villa Rovere, poi a Terra del Sole e ritorna al punto di partenza. L’iniziativa ha consentito a Gabriele Zelli di raccontare la storia di alcuni edifici che da secoli caratterizzano quei luoghi e l’importanza dal punto di vista naturalistico del corso d’acqua e della selva. Tutti aspetti che sono riportati più diffusamente nel libro “Ladino il bosco e il fiume” di Gabriele Zelli, foto di Fabio Casadei, Edit Sapim 2022, che è stato consegnato in omaggio ai partecipanti.
Gabriele Zelli ha iniziato evidenziando che la chiesa di Ladino, dedicata a San Martino di Tours, in origine era una pieve edificata nel 1270 sui ruderi e con i materiali della rocca distrutta in quel luogo dai faentini. L’esistenza della pieve è confermata da un documento del 1290; un rendiconto delle decime, conservato nell’Archivio Vaticano, che alcune chiese erano tenute a versare alla Camera Apostolica. 
Secondo Leone Cobelli, storico forlivese del Quattrocento, la memoria più antica di Ladino come località risalirebbe al 670, per la presenza di un “castrum”, una fortezza di probabile fondazione romana (Castel Latino), castello che sarebbe sarebbe stato distrutto intorno al 670 da Grimaldo Longobardo; poi riedificato. Documenti risalenti all’894 testimoniano di un “castrum latini” appartenente a Tiberio Berengari. Nel 1170 era feudo del conte Uberto di Pitignano, il quale, fatto prigioniero dai faentini durante l’assedio del 1202, lo cedette a questi in cambio della libertà. Il comune di Faenza, temendo che cadesse in mano ghibellina, ne decretò la distruzione. Nel 1218 però i forlivesi lo ricostruirono, mentre apparteneva agli Ordelaffi, perché collocato in posizione strategica per sorvegliare zone di confine insediate dai guelfi faentini e dai fiorentini. Non a caso, nello stesso anno, fu oggetto di una pesante incursione faentina che lo rase nuovamente al suolo. I resti del castello andarono disperdendosi e sulle sue fondamenta fu edificata, come accennato, la pieve. Il terremoto che nel 1870 colpì tutta la Romagna distrusse la chiesa. L’anno successivo iniziarono i lavori di ricostruzione che le hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni. Qualche anno fa è stata completamente restaurata.
Successivamente Gabriele Zelli ha condotto i partecipanti a visitare la chiesa di San Pietro in Arco, (o Santa Maria della Rovere) facendo notare che la pieve preesistente non doveva essere una comune cappella od oratorio in considerazione della grandezza dell’edificio odierno e la centralità della sua ubicazione. Non a torto quindi è stato scritto che in antico il luogo di culto apparteneva ad un ordine religioso monastico; ed infatti in proseguimento della facciata dell’immobile attuale, sulla destra, esistono ancora alcuni grossi ed antichissimi muri, simili nella struttura a quelli perimetrali della chiesa, che fanno pensare vi potesse essere annesso un convento.

La chiesa seicentesca, a croce latina, costruita al posto dell’antica pieve, aveva una bella cupola distrutta dal terremoto del 1870. Nell’ottobre del 1919 il luogo di culto venne restaurato integralmente. Nell’occasione la famiglia Albicini donò l’altare, i marmi e le statue che erano nella cappella gentilizia della soppressa chiesa di San Giacomo di Forlì, mentre il Capitolo del Duomo offrì un grandioso tabernacolo di marmo. La tela che orna l’altare sulla destra raffigurante i Santi Pietro e Paolo, titolari della chiesa, è stata dipinta da Gianfranco Modigliani, noto anche come Francesco da Forlì, un pittore di scuola forlivese. 
Lungo il percorso ci si imbatte nella chiusa di Ladino e nel canale dei Romiti che vennero realizzati in un periodo imprecisato per alimentare i molini che si sarebbero insediati nel tratto compreso tra San Varano e i Romiti (furono ben sei). Le prime notizie sull’esistenza della chiusa di Ladino (detta anche di San Martino) risalgono al dicembre 1436 quando il comandante del presidio di Castrocaro si accorse, durante un’ispezione al confine con il territorio di Forlì, che parte del manufatto era stato costruito su terreno appartenente alla giurisdizione castrocarese e ne ordinò la demolizione e i forlivesi furono costretti a spostarla, pur reclamando, senza successo, che la ricostruzione del manufatto doveva essere a spese della Repubblica Fiorentina. 
Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, Zelli ha sottolineato che la Selva di Ladino era parte di una vastissima e antica area boscata caratterizzata da querce e roverelle che, essendo stata acquistata dal Comune di Forlì negli anni Ottanta, è stata ampliata piantumando ulteriori ettari di terreno considerate le sue peculiarità ecologiche. Anche il fiume Montone è particolarmente interessante perché costituisce un corridoio ecologico che attraversa territori pedecollinari e di pianura fortemente antropizzati, come Pietramora, Ceparano e Rio Cozzi.
Nel corso della camminata sono state accennate altre storie come la presenza della villa dell’antica famiglia dei Paulucci di Calboli, citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, il salvataggio nel 1849 da parte dei patrioti forlivesi di Giuseppe Garibaldi e del Maggiore Leggero in fuga dopo la soppressione della Repubblica Romana, le conseguenze il passaggio del fronte durante il Secondo conflitto mondiale. Tutti argomenti che nel libro “Ladino, il bosco e il fiume” sono ampliamente trattati. 
La camminata sarà riproposta sabato 22 ottobre 2022, sempre con ritrovo e partenza alle ore 10.00, dalla chiesa di Ladino.

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).