Un sindaco decisionista non è un despota

Ora deve capirlo anche il centrodestra

CESENA. “Giorgia Meloni ha vinto le elezioni e deve portare avanti le proprie idee con determinazione”. Il centrodestra ha tenuto per se sia il presidente della Camera che quello del Senato. “È giusto. Chi vince insedia le persone di fiducia”. Tutte posizioni legittime. Ma c’è un però: a sostenerlo sono gli stessi che a Cesena hanno accusato di scarsa democrazia le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città. Tutto perché portavano avanti il progetto per il quale erano stati eletti. 

In politica si può trattare per degli aggiustamenti, ma è impensabile pensare che l’amministratore che ha proposto un progetto faccia una retromarcia totale. E nemmeno si può gridare alla mancanza di democrazia se non vengono accettate le richieste dell’opposizione. Poi, bisogna fare attenzione, perché arriva il momento del contrappasso come sta succedendo adesso.

Tutto questo perché un amministratore deve avere il coraggio di decidere, sapendo che facendo delle scelte si finisce con lo scontentare qualcuno. Ma gestire un ente non è come guidare una bocciofila dove ogni minima scelta deve essere ponderata e condivisa. E se qualcuno non ha il “fisico” può fare un’altra cosa. 

Nascondere la polvere sotto il tappeto o mettere i fascicoli scottanti nell’ultimo cassetto non sono comportamenti confacenti ad un amministratore pubblico. Spesso si dice che un sindaco non è amministratore delegato. In passato lo pensavo anch’io. Però mi sono ricreduto. I tempi del pubblico e del privato sono diversi a causa di una burocrazia che nel privato non c’è. Per il resto il ruolo di chi è al vertice delle due strutture non cambia. In entrambi i casi serve capacità decisionale nel minor tempo possibile. Spesso anche un amministratore pubblico deve fare valutazioni veloci. In entrambi i casi poi bisogna saper mediare. Perché non è vero che l’amministratore delegato sia il padrone assoluto. Mentre il sindaco ha a che fare con la maggioranza politica, l’ad deve confrontarsi con il cda che è l’espressione della proprietà. Tutto è legato all’armonia che c’è negli organi ai quali deve riferire la guida della struttura. Se il clima è tranquillo inevitabilmente le tensioni saranno ridotte al minimo se non inesistenti. Al contrario se ci sono dei problemi diventerà fondamentale l’opera di mediazione. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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