Il pastrocchio dopo l’annuncite e un settore economico si ingolfa

Problemi per i fondi di industria 5.0

L’impressione è che la politica, soprattutto quella nazionale, si preoccupi dello stuzzicadente e non veda la trave. O forse non la vuole vedere perché non gli interessa. Preferisce parlarsi addosso anche con l’obiettivo di non affrontare i temi delicati che poi sono quelli che veramente contano. E, spesso, così facendo finisce per coinvolgere la narrazione. Non sempre però i temi scottanti finiscono nel dimenticatoio. Anche se quasi mai hanno lo spazio che meriterebbero. E’ il caso del pastrocchio legato ai fondi di industria 5.0 del quale oggi parla Il Sole 24 Ore, principale quotidiano economico, che gli dedica due pagine (2 e 3). E scusate se è poco.

Il problema è quello dell’ annuncite. Male del quale soffre tutta la politica, ma della quale abusa l’ attuale governo. Il problema è che alle parole bisognerebbe fare seguire i fatti e quando non succede sono guai. Nel caso specifico a finire nel tritacarne è (o dovrebbe essere) Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, che nello scorso novembre aveva gonfiato il petto annunciando che si stava avviando alla conclusione la riprogrammazione del Pnrr attraverso il capitolo del Repower Eu. In parole povere significava che sarebbero stati sbloccati 6,5 miliardi legati a Industria 5.0. 

Il problema è che adesso, a fine maggio, è ancora tutto fermo. Le agevolazioni del decreto Industria 5.0, scrive Il Sole, sono ancora bloccate perché mancano i provvedimenti attuativi. Ma l’attesa per lo sblocco dei crediti d’imposta alle imprese che investono in innovazione ed efficienza energetica non è ancora finita, continua il quotidiano nel richiamo di prima pagina: il decreto è pronto, ma mancano due via libera oltre alla prudenza della Ragioneria sulle coperture. Intanto le imprese congelano gli investimenti.

Tutto questo ha provocato un congelamento degli ordini che penalizza la produzione dei macchinari, settore che fa segnare un meno 5,9. E, per non farsi mancare niente, quando ci sarà lo sblocco il Mercato si ingolferà perché entro il 31 dicembre 2025 i beni dovranno essere consegnati e installati. Ed è reale il rischio di perdere parte di quei 6,3 miliardi. Un bel pastrocchio.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.