In Europa inaugurata la politica dei due forni
Se non è un blitz ci assomiglia molto. L’ operazione fatta da Ursula Von der Leyen non ha precedenti in Europa. La tedesca indebolisce i suoi commissari e rafforza la presidenza. E con Fitto vice presidente esecutivo (ma con deleghe deboli) allarga la maggioranza: adesso in Parlamento conterà anche sui Conservatori. E proprio la scelta di Raffaele Fitto ha tutto l’aspetto di uno schiaffo a Socialisti, Verdi e Liberali che con i loro voti avevano permesso la riconferma della tedesca a Bruxelles. Una mossa che può permettere alla presidente di fare la politica del doppio forno. Ma c’è di più.
E’ chiaro che Ursula Von der Leyen ha voluto mandare segnali forti. Lo ha fatto mettendo alle porte tutti i commissari che non le avevano risparmiato critiche, a partire dal francese Thierry Breton insieme a Borrel, Timmermans e Gentiloni. Lo ha potuto fare per la debolezza di tutti i grandi governi nazionali, a partire da Francia e Germania. Ma soprattutto perché è stata appoggiata dal Ppe. Tra Popolari e presidente della Commissione si sta creando una tenaglia che potrebbe stritolare la tradizionale maggioranza europea e europeista per creare un ibrido senza precedenti che coinvolgerà anche i Conservatori dell’Ecr.
Non è una scelta casuale. Fra un anno si voterà in Germania e potrebbe succedere la stessa cosa in Francia. E non è escluso che ci possa essere un’avanzata della destra. Quindi Von der Leyen e Ppe danno l’impressione di non volersi far trovare impreparati. Non a caso Manfred Weber, presidente del Ppe, ha sempre sostenuto la nomina di Raffaele Fitto.
A questo punto a rischiare di più però sono i socialisti che dopo essere stati determinanti per la riconferma della presidente della Commissione rischiano di essere marginali per i prossimi cinque anni. E poco importa che abbiano ottenuto quello che chiedevano: la vicepresidenza esecutiva per la spagnola Ribera.
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