Interviene Paolo Lucchi (Legacoop): sono territori diversi tra loro
“Dibattito poco utile e addirittura surreale” è la posizione di Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna, sul tema di una provincia (quella di Forlì Cesena) sbilanciata, argomento lanciato da Bruno Piraccini, presidente di Orogel. Il proprio pensiero Lucchi lo ha articolato sul Resto del Carlino in un’intervista di Andrea Alessandrini. Secondo il presidente di Legacoop per il sistema di impresa che guida è difficile pensare a Forlì come realtà distinta da Cesena in quanto molte delle aziende più rilevanti del territorio operano indifferentemente su entrambe le aree. Discorso identico per molti sistemi pubblici: università, sanità, acqua e trasporti.
Lucchi poi ritiene che non ci sia squilibrio sui due territori in quanto li ritiene profondamente diversi tra loro: Forlì è più dotato di alcune infrastrutture strategiche mentre Cesena invece è più cresciuta attorno a un sistema imprenditoriale vivacissimo in ambito cooperativo e non solo. Ma ci aggiunge anche “un centro storico e una vivibilità diffusa che tanti invidiano per la qualità”. Però non nasconde che resta il problema del collegamento stradale, tema annoso e irrisolto da tempo. Servirebbe una via Emilia rivista per legare la secante con la tangenziale.
Secondo il presidente di Legacoop però il vero tema è quello dell’integrazione romagnola. Da molto tempo lo ritiene fondamentale per avere peso al tavolo regionale sul futuro dei sistemi sovraterritoriali: sanità, università, acqua trasporti, fiere e prospettive di protezione dai rischi alluvionali. Ma l’integrazione romagnola è ritenuta fondamentale sul grande tema della casa e sui problemi delle imprese a reperire personale.
Inoltre Lucchi si toglie un sassolino dalle scarpe non risparmiando una stoccata a molti di coloro che, in questo periodo, hanno sposato il tema dello sbilanciamento fra Forlì e Cesena. “Come poter condividere – ha detto ad Alessandrini – le posizioni di chi è ancora fermo alle rivendicazioni ideologiche sulla Fiera di Cesena, evidentemente dimentichi di come il Macfrut, dall’accordo del 2014 con la Fiera di Rimini, abbia ricavato il passaggio di stato da evento di carattere nazionale a manifestazione europea che compete alla pari con Berlino e Madrid, avendo potuto riversare sulla riqualificazione dell’area fieristica di Pievesestina milioni di euro”.
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