
Pietro Fresa

RAVENNA. Il suo disco di debutto, interamente dedicato a Mozart, ha allineato tutta la critica, creando un “caso” pianistico: mai un giovane virtuoso del nuovo secolo aveva scelto come biglietto da visita il repertorio mozartiano, insidiosa cartina al tornasole che separa l’interprete dal semplice esecutore.
Il venticinquenne Pietro Fresa, pianista dei più interessanti nella generazione dei millennial, è atteso a Ravenna Festival venerdì 6 giugno alle 21 al Refettorio del Museo Nazionale per un recital che mette in luce una personalità complessa e ramificata. Fresa eseguirà infatti le Dodici Variazioni in do maggiore sulla canzone francese “Ah, vous dirai-je Maman” K 265 di Mozart, seguite dalle nostalgiche Quattro Mazurche op. 33 di Chopin e dalla inquieta Sonata n. 9 di Skrjabin, detta “Messa nera”. A chiudere il programma un altro ciclo di Variazioni, quelle che Brahms scrisse nella tonalità di Si bemolle maggiore su un tema di Händel, uno dei più grandi monumenti pianistici tedeschi di ogni tempo.
Ascoltare Pietro Fresa suonare Mozart fa venire in mente le parole di Vladimir Horowitz, che criticava le letture superficiali, troppo rococò della musica del salisburghese. Bastano poche battute dell’esposizione del tema della popolare canzoncina francese “Ah, vous dirai-je, Maman” in apertura del programma per capire quanto Fresa sia capace di entrare nello spirito mozartiano con una rara penetrazione psicologica. Ma la tenerezza di queste Variazioni cede rapidamente il passo ad altre regioni dello spirito: c’è la nostalgia della campagna polacca riversata da Chopin nelle Quattro Mazurche del 1838 ma anche l’enfasi abbandonata, quasi delirante, della “Messa nera”, ovvero la Nona Sonata per pianoforte di Skrjabin, che si situa tra un tardo romanticismo continuamente frammentato e l’anticamera dell’atonalità. Ma il programma, cominciato con le serie “didattiche” di Mozart, si chiude specularmente con un altro ciclo di Variazioni: sono le colossali Venticinque Variazioni su un tema di Händel di Johannes Brahms, qui al vertice della padronanza tecnica e formale dello strumento in un grande omaggio al Settecento.
Il nome del pianista Pietro Fresa (Bologna 2000) inizia a circolare nel 2017, quando debutta alla St. George’s Hall di Liverpool eseguendo il Terzo Concerto di Beethoven, in rappresentanza dell’Italia per la manifestazione “Bologna-Liverpool città della musica Unesco”. Nello stesso anno riceve l’invito alla Festa Europea della Musica di Roma; evento durante il quale, presso la Camera dei Deputati, gli è conferita dalla Presidente Laura Boldrini la Medaglia della Camera come riconoscimento al talento musicale. Dopo essersi diplomato con lode e menzione d’onore al Conservatorio Martini di Bologna con Carlo Mazzoli e all’Accademia Pianistica di Imola con Boris Petrushansky, si perfeziona al Royal College of Music di Londra con Dmitri Alexeev e Sofya Gulyak. Nel 2024 esce il suo primo disco interamente dedicato a Mozart per Movimento Classical e nello stesso anno debutta nella stagione dei Concerti del Quirinale suonando musiche di Mozart in diretta su Radio 3.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
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