18 Settembre 2025
2025-08-29 18.41.00

Un'opera di Fabrizio Dusi

FAENZA. Sabato 20 settembre (ore 18), dopo la preview in occasione di Made in Italy, inaugura a Santa Maria dell’Angelo Babele. Silenzi, attese, incontri, una mostra collettiva che vede protagonisti artisti di livello nazionale e internazionale come Agostino Arrivabene, Fabrizio Dusi, Giovanni Gaggia, Marco Pellizzola, Claudio Rosi, Graziano Spinosi.

Con questa mostra, a cura di Giovanni Gardini, il Museo Diocesano di Faenza intende proseguire la sua riflessione sull’uomo nella sua dimensione antropologica, spirituale e relazionale. Dal 2018, infatti, il Museo diocesano attraverso le mostre presentate nel suggestivo spazio espositivo di Santa Maria dell’Angelo guarda alla contemporaneità, interroga il presente con il desiderio di offrire momenti di riflessione che possano toccare le corde più profonde dell’umano.

Con il progetto BABELE. Silenzi, attese, incontri, attraverso l’universale linguaggio dell’arte, si intende approfondire il delicato e complesso tema della comunicazione, analizzandone sia gli aspetti che favoriscono la creazione di legami, sia le sue intrinseche fragilità, spesso manifestate attraverso fraintendimenti e silenzi. La comunicazione, infatti, è un atto umano profondo che richiede coraggio, pazienza e una disponibilità all’ascolto autentico. È un processo complesso, carico di emozioni, rischi e possibilità, che può unire o dividere, costruire o distruggere.

L’opera monumentale di Fabrizio Dusi, realizzata tenendo conto delle stesse proporzioni della grande scenografia di Romolo Liverani commissionata dai Gesuiti per la chiesa di Santa Maria dell’Angelo, introduce al tema in modo potente. Dusi, infatti, ha dedicato gran parte della sua carriera artistica all’esplorazione della fragilità della comunicazione, traducendo questo concetto in un linguaggio visivo immediato e ricco di significati. Le sue opere rappresentano figure stilizzate con bocche aperte ma prive di orecchie, simbolizzando un’umanità che, nonostante l’apparente disponibilità a comunicare, spesso manca della capacità di ascolto e di dialogo autentico.

Anche le opere di Claudio Rosi offrono una riflessione sul dialogo con una particolare attenzione al tema del volto. Emerge in tutta la sua intensità un’ampia serie di ritratti/autoritratti, rigorosamente in bianco e nero, che raccolgono il pensiero e l’indagine di Rosi sul tema del volto. In quest’opera emergono tre gesti dell’artista: la presenza degli occhiali, che si pongono come un filtro per gli occhi, l’assenza delle orecchie e la bocca sempre chiusa sono segni che invitano a prendere le distanze dalla realtà contingente, verso una dimensione più spirituale.

Marco Pellizzola offre uno sguardo attento e prezioso sul cielo, un cielo immaginifico e vicino, dove le stelle tracciano rotte e relazioni. Il cielo, così in altro, pare a portata di mano, si fa vicino all’umanità mostrando una prossimità fuori dal comune.

Giovanni Gaggia, attraverso i suoi arazzi, ci introduce alla parola che interpella. Parole tanto importanti quanto evocative sono state ricamate con il filo d’oro, perché preziose sono quelle parole che invitano l’umanità a rientrare in sé stessa. Gaggia, inoltre, grazie alla collaborazione con la Ceramica Gatti 1928, presenta un cuore in terracotta, tanto luminoso quanto fragile, al pari delle relazioni e degli affetti più cari.

Graziano Spinosi, presenta dei Nidi accoglienti, intimi e rassicuranti, dei grembi che evocano la preziosità delle relazioni più profonde.

Ad Agostino Arrivabene è stata affidata la dimensione più spirituale del dialogo, quello interiore, aperto all’Altro. Nella grande tela La linea verticale presenta in un’oscurità silenziosa e vibrante una mandorla iridescente, improvvisa come un fulmine che squarcia le tenebre, che attrae verso di sé l’umanità assettata di luce, qui simboleggiata da una figura maschile che accoglie questo amore trasfigurato e trasfigurante.

Durante il periodo della mostra saranno proposti laboratori e visite guidate per le scuole di ogni ordine e grado. In occasione della mostra sarà stampato un catalogo per le Edizioni delle grazie con testi in italiano e inglese e fotografie di Marco Parollo.

La mostra, in collaborazione con la Biblioteca Diocesana di Faenza e del Comune di Faenza grazie al contributo dell’Unione della Romagna faentina, resterà aperta fino all’11 gennaio 2026, dal giovedì alla domenica, nei seguenti orari: 10.00-12.30; 16.00-18.30.

Un sentito ringraziamento va alla Primo Marella Gallery, alla Ceramica Gatti 1928 e a Millennium Broker Italia S.r.l.

MUSEO DIOCESANO DI FAENZA

Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, Spazio espositivo del Museo Diocesano di Faenza, via Santa Maria dell’Angelo 11, Faenza

CONTATTI

info@museodiocesanofaenza.it; 333-7834993

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