Solo quando si saprà quale sarà la legge elettorale si capirà quale potrà essere il quadro. Intanto si rafforza il cesenate Sandro Gozi
Chi resterà col cerino in mano? A questa domanda probabilmente non sanno dare una risposta nemmeno i vari leader. Ma a me sembra chiaro che (parlo della politica nazionale) potrebbe esserci anche chi perderà male. Però al momento nessuno sa niente. Anche perché lo scenario è legato a isola che sarà la legge elettorale.
Al momento però sembra tramontato l’abbraccio Renzi/Berlusconi (vietato però usare l’avverbio definitivamente). L’attivismo di Prodi ha spaventato troppo il messere fiorentino che ha capito che questa volta, veramente, rischiava di andare a sbattere. Prodi non è D’Alema e nemmeno Bersani. Magari non ha moltissimi voti, ma tantissima credibilità in tutto il mondo del centrosinistra e averlo contro non fa bene, a nessuno. Renzi compreso. Nello stesso tempo va detto che la presenza del professore di Bologna è incompatibile (politicamente) con quella di Berlusconi.
Inoltre l’attivismo di Prodi può avere ricadute anche cesenati. Non è un segreto per nessuno che Sandro Gozi, attuale sottosegretario agli Esteri, ha un filo diretto con Prodi. È grazie a lui che è entrato in politica. Dopo quasi quattro anni di importante esperienza governativa Gozi è forte di per se stesso. Poi il rilancio del suo padrino lo aiuterà ancora di più. Resta da capire come se la vorrà giocare. Va da sé che è scontata la sua conferma al Parlamento. I modi saranno poi da decidere. Poi a lui piacerebbe fare il commissario europeo, ruolo che gli calzerebbe a pennello. Ma per ottenerlo il Pd dovrà essere al governo, cosa che, al momento, non è per nulla scontata.
Resta da capire poi cosa farà a livello locale. Difficile voglia avere un ruolo di primissimo piano. È chiaro, continuerà ad essere il punto di riferimento per una determinata area, ma, dopo gli avvicinamenti che ci sono stati, è difficile possano tornare i contrasti con Paolo Lucchi. Entrambi, renziani doc, sanno che un nuovo corpo a corpo non converrebbe a nessuno.
Dicevo che lo scenario nazionale non è ancora definitivo. Anche perché potrebbe mancare un tassello che nel breve non sarebbe importantissimo, ma nel medio termine potrebbe avere molto peso. Mi riferisco a Pizzarotti. È chiaro, moltissimo è legato a come andrà il ballottaggio a Parma. Se Pizza dovesse vincere avrebbe di fronte un’autostrada e ci sarebbero le condizioni per esportare Effetto Parma a livello nazionale. Il primo test potrebbero essere le politiche. Se succedesse credo che Pizzarotti andrebbe da solo. È chiaro, il risultato non potrebbe essere straordinario, ma l’esperienza potrebbe essere propedeutica in vista delle amministrative del 2019. È lì che potrebbe diventare importante, soprattutto nei Comuni dove sceglierà le persone giuste. E io credo che a Cesena un potenziale candidato ci sia già: Vittorio Valletta.
Fra l’altro avrebbe il vantaggio di avere esperienza e di poter portare in dote anche “Cesena siamo noi”. Lo so, sto scivolando nella fantapolitica. Ogni tanto mi capita. Però credo sia fanta fino ad un certo punto. È chiaro, lo scenario sarebbe tutto da costruire e, forse, irrealizzabile, ma ci sono anche molte condizioni perché vada in porto.
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