L'obiettivo per l'Edera è essere presente in tutte le competizioni elettorali costruendo un'area laica e liberaldemocratica. Approvata una mozione
La direzione regionale del PRI dell’ Emilia Romagna, riunitasi ieri sera dopo il congresso tenutosi sabato e domenica scorsi che ha rinnovato l’organismo, ha proceduto alla nomina del segretario regionale: E’ stato eletto con voto unanime dei presenti Renato Lelli. Cesenate, 62 anni, ha già in passato ricoperto tale incarico. Il primo impegno della segreteria sarà quello di rafforzare la presenza del partito sul territorio individuando ed approfondendo temi che possano essere patrimonio comune di tutte le realtà emiliano romagnole del partito, composto da oltre un migliaio di iscritti distribuiti in oltre 90 circoli. Nella stessa seduta la direzione ha eletto sempre all’unanimità proprio presidente Paolo Ballestrazzi di Modena.
Di seguito la mozione che, di fatto, è la linea politica del partito.
La condizione economica e sociale del Paese, nonostante qualche segnale , continua a mantenersi negativa. La ripresa è ancora lontana e i cittadini guardano al futuro con estrema preoccupazione.
La classe politica oggi dominante non è in grado di dare risposte, tant’è che l’astensionismo al momento del voto supera ampiamente il livello fisiologico.
L’opinione pubblica ha bisogno di proposte chiare e di una forza politica lontana da facili promesse, ma in grado di elaborare riforme strutturali utili a fare ritrovare la via dello sviluppo e della crescita. In questo i Repubblicani possono esercitare un ruolo importante se ritrovano la funzione storica, tornando a fare politica ed uscendo dall’attuale assoluta marginalità in cui si trovano sul piano nazionale.
La cultura repubblicana se vuole recuperare un ruolo, ed avere ancora una spazio, deve ribellarsi al modernismo che ha condotto la politica ad allontanarsi sempre più dalla ricerca del bene comune e dell’interesse generale creando un movimento che faccia da argine a questa deriva, utilizzando anche strutture, modalità e strumenti moderni.
Per tutti questi motivi è prioritario che il Congresso Nazionale del P.R. I. si svolga l’8-9 e 10 dicembre, rispettando la data già fissata, in modo tale da coinvolgere tutti gli iscritti nel fissare una linea, creando anche una organizzazione che sia prodromica al rilancio della nostra azione per una rinnovata presenza Repubblicana nel Paese.
I Congressi, partendo dal regionale per arrivare al nazionale, devono fissare un Manifesto di valori, attraverso i quali il P.R.I, ,sull’esempio di talune realtà romagnole, torni a parlare direttamente ai cittadini, ritrovando la capacità di destare l’attenzione dell’opinione pubblica verso i principi della democrazia repubblicana ( quali : libertà, democrazia, eguaglianza, crescita, concetto dei doveri, Europa politica…… ) .
Il P.R.I si deve strutturare per presentare proprie liste nelle competizioni elettorali in ogni realtà territoriale e , fin dalla prossime elezioni politiche, contribuire alla costruzione di un’area laica liberaldemocratica di stampo europeo.
Il P.R,I, partendo dalla sua appartenenza ideale all’alveo della sinistra democratica di ispirazione mazziniana e lamalfiana, deve costituire un argine ai populismi ed ai nazionalismi che trovano vasto eco in questa fase storica .
Il P.R.I per rilanciarsi deve principalmente ripartire dai territori in cui è ancora strutturato, facendo un sforzo per presentare il simbolo dell’Edera, come già avvenuto in alcune realtà.
Se si vuole ricostruire la coscienza nel Paese della presenza Repubblicana non abbiamo bisogno di tornare a dividerci su quale schieramento frequentare, ma tutto l’impegno deve essere teso a definire la nuova Carta dei Valori Repubblicani.
Per il contesto emiliano-romagnolo i progetti di Città Metropolitana Romagna e città Metropolitana del nord Emilia costituiscono i capisaldi per il rinnovamento , la qualificazione e l’integrazione dei servizi all’economia, al mondo del sociale e dei territori, superando in tal modo anacronistici localismi , e politiche di campanile che servono solo a fini elettoralistici e non utili all’interesse generale.
Il congresso impegna la nuova direzione a formare gruppi di lavoro per approfondire le singole tematiche politico amministrative
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