Dopo il 4 marzo possibili cataclismi politici anche a livello locale. È Tutto in movimento. Interessati tutti hli schieramenti. Gli scenari
Non raccontiamoci fregnacce. Alzi la mano chi ha certezze su quello che accadrà il cinque marzo. Sia a livello nazionale che locale.
Per quanto riguarda l’ambito nazionale non ci vedo nulla di buono. Anche nel caso il centrodestra ottenga la maggioranza rischierebbe di essere talmente risicata che renderebbe difficilissimo (se non impossibile) governare un paese che non può più permettersi di vivacchiare, ma che ha l’assoluta necessità di riforme strutturali e, in alcuni casi, impopolari.
È chiaro, servirebbero le larghe intese. Ma sarebbe un passaggio piuttosto complicato. Un’operazione del genere comporta una serie di annessi e connessi che la rendono molto più di una corsa a ostacoli. Ma, prima o poi, ne parleremo.
E a livello locale? Qui tutto rischia di non essere più come prima e cambiamenti importanti potrebbero esserci in tutti gli schieramenti. Vediamo.
Pd. Bisogna partire da un presupposto: nessuno sa che fine farà. I sondaggi non sono buoni. Ma alcuni sono addirittura catastrofici. A livello nazionale potrebbe reggere solo se fosse il primo (o quasi) partito per numero di parlamentari. Ipotesi possibile, ma non certa. Troppe le variabili. È chiaro il livello locale sarà influenzato da quello che succederà a Roma. Solo a bocce ferme si potrà cominciare a parlare di candidato a sindaco. Al momento in corsa ci sono Simona Benedetti e Enzo Lattuca. Difficile però si arrivi alle primarie. Si temono ulteriori lacerazioni. Dopo le elezioni dovrebbe (il condizionale in questo frangente è indispensabile) essere fatto un sondaggio molto analitico. Ma la domanda è sempre la stessa: che Pd ci sarà il 5 marzo?
Liberi e Uguali. Anche in questo caso sarà importante l’esito del voto. Resterà unito o si dividerà? Dovrebbe essere un interlocutore del Pd. Non è detto però che si arrivi all’accordo. Il dialogo sarebbe sicuramente più facile se il candidato piddino fosse Lattuca. Sarà anche stato un gesto di cortesia, ma non è sfuggito a nessuno che la sera in cui Lattuca ha annunciato che non si sarebbe ricandidato al Parlamento era presente tutto lo stato maggiore di Leu.
Centrodestra. Al momento viaggia col vento in poppa. Ma mostra un’unità che, spesso, non appare così granitica. È fuori di dubbio che la tenuta nazionale influenzerà anche quella locale. È pressoché certo che un centrodestra unito andrebbe al ballottaggio. Ma la sindrome tafazziana in politica è sempre dietro l’angolo. Del resto è anche facile immaginare che se volassero gli stracci a livello nazionale, difficilmente si potrebbe stare uniti in ambito locale. Nel caso il candidato sindaco potrebbe essere Marco Casali, rinvigorito dalla caduta di Palmizio. In questo momento, per lo meno, è in vantaggio. Ma è impensabile che non ci sia qualcun altro ad essere interessato.
5Stelle. Altra domanda delle cento pistole. Unica certezza: Natascia Guiduzzi non di potrà ricandidare. Fino a poco tempo fa si riteneva che la zarina (con marito annesso) restasse la dominus dei pentastellati cesenati. Certezze che si sono frantumate dopo l’esito delle Parlamentarie, ma, soprattutto, dopo le scelte dei candidati. Secondo persone affidabilissime e molto ben informate, dopo la scelta dei candidati, la zarina per un paio di giorni è rimasta chiusa in se stessa. In molti vedono quella scelta come un atto di sfiducia nei suoi confronti. Quindi tutto lascia pensare che si riaprano i giochi per la candidatura a sindaco che poi porterebbe al controllo del partito. E ci sono molti pruriti. A partire da quello degli epurati che, però, non hanno mai nascosto le simpatie per l’area 5Stelle. Fra l’altro un ritorno in campo di Vittorio Valletta potrebbe aprire un altro scenario: un accordo con Cesena siamo noi. Lo stesso Valletta in passato ha più volte detto che una collaborazione poteva essere possibile senza la presenza di Natascia Guiduzzi. Poi, viste le giravolte dei pentastellati, credo sarebbe possibile anche un accordo elettorale con una lista civica di area.
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