Caso Dionigi, chiesta l’archiviazione

L'assessore si era dimesso un anno e mezzo fa. Al di là del fatto specifico serve una riflessione sugli esposti dei politici

Bravo Morelli. Il giornalista del Carlino non è un cronista di giudiziaria, ma non è la prima volta che trova una bella notizia. Oggi ha dato un buco a tutti con la notizia che la procura ha chiesto l’archiviazione per Tommaso Dionigi, assessore che circa un anno e mezzo fa si è dimesso dopo che per molto tempo era stato nel mirino delle opposizioni per un appalto.

Dionigi si era sempre detto estraneo ad ogni tipo di addebito. Ma, a lungo andare, non ha resistito alle pressioni continue e si è dimesso.

La procura, invece, si è mossa sulla base di un esposto dei 5Stelle. Adesso chiede l’archiviazione. Deciderà il Gip, così come deciderà sulla vicenda legata alla caserma Montefiore. Anche in questo caso la procura ha chiesto l’archiviazione.

Non so quale sarà la decisione del giudice delle indagini preliminari. Spesso (ma non sempre) accoglie la richiesta. Vedremo.

Ma il tema non è quello. Il fatto è che a me non piace questo modo di fare politica. Non mi piace vedere che ad ogni piè sospinto si faccia ricorso alla magistratura.

Non dico che l’autorità costituita non debba essere coinvolta. Però ho l’impressione che adesso sia utilizzata come forma di battaglia politica dando vita ad un giustizialismo che non condivido.

Non do colpe specifiche.  Questo comportamento ormai fa parte di tutto l’arco costituzionale. Però non è bello rendersi conto che la magistratura viene utilizzata come scorciatoia per regolare la battaglia politica. Ricordo che in Italia c’è l’obbligatorietà dell’azione penale. Quindi la procura è obbligata ad aprire un fascicolo (E  fare indagini) sulla base di qualsiasi segnalazione. Comprese quelle anonime. È previsto dal nuovo codice di procedura penale.

Chiara, anzi chiarissima, l’intendimento del legislatore. Si è voluta evitare la soggettività per quanto riguarda l’azione penale. Però ne sono nate delle distorsioni determinate dall’abuso di esposti che fa la politica. Spesso si tratta di vere e proprie strumentalizzazioni. No, così non va bene. Ritengo sia arrivato il momento di punire le querele strumentali. Serve una regolamentazione. A mio avviso non è più rinviabile.

Fra l’altro sarebbe anche il modo per scaricare di un po’ di lavoro le procure che sono oberate di fascicoli e spesso non possono concentrarsi sui più importanti.

Per quanto riguarda le due richieste di archiviazione devo dire che non mi sorprendono. Però non vado oltre in attesa della decisione del Gip.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.