Chi lo attraversa trova spesso avvilenti resti di bivacchi con bottiglie vuote, lattine e cartacce e giovani che dal comportamento tenuto mostrano di essere assolutamente non consapevoli del luogo che li ospita.
La rissa, grave, avvenuta durante i mercoledì del cuore al Chiostro di San Mercuriale richiama in modo drammatico l’attenzione su un luogo – il Chiostro – che non riesce ad uscire da una condizione di malcelato degrado e incuria.
E questo nonostante l’impegno più che lodevole e i reiterati appelli e interventi dell’Abate Don Enrico, encomiabile nella sua perseveranza. Questo in barba alle diverse telecamere installate. Chi lo attraversa trova spesso avvilenti resti di bivacchi con bottiglie vuote, lattine e cartacce e giovani che dal comportamento tenuto mostrano di essere assolutamente non consapevoli del luogo che li ospita.
Il Chiostro non è “La lèrga ad Scarpèll” ma un luogo centralissimo, simbolo di una Città che si vanta o aspira ad essere Città del Buon Vivere. Più vigilanza, più controlli e qualche salata contravvenzione forse aiuterebbero a migliorare la situazione.
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