L'ex partitone si è annacquato e ha perso voti. Deve darsi un'identità e non pensare di piacere a tutti
Salvini non si combatte demonizzandolo, ma con la forza delle idee. È fuori di dubbio che il leader leghista sia un politico di razza. Qualche dubbio in più invece ce l’ho con le sue capacità di amministrare. Però è anche certo che al momento ha il vento in poppa. Lo ha perché ha capito che c’è una parte consistente del Paese che vuole sentirsi dire quello che dice Salvini e non interessa loro se sia giusto o no. Inoltre si è dato un’identità: non vuole piacere a tutti, perché non ha paura di prendersi tutti i fischi del mondo, perché sa che un’identità, per quanto mutevole, è necessario averla.
Ed è da qui che la sinistra deve ripartire. Deve darsi un’identità. A tutti i livelli. Sapendo che non potrà piacere a tutti. Ma soprattutto deve riconquistare le periferie. Oggi il Pd non c’è. Deve farlo attraverso una proposta politica. Ma quale Macron.
Gli elettori che hanno abbandonato il Pd non sono fanatici o pregiudizialmente nemici, pensano, con qualche ragione, che il partito si sia chiuso troppo nella dimensione del governo, in pratiche elitarie, abbandonando la fatica di mettere le mani nel ‘fango’ della società. Il Pd deve smettere di rincorrere. Perché è quello che sta facendo in questo momento. Invece deve avere una sua agenda politica e proporla andando e stando tra la gente.
A me il Pd ricorda il Foro Annonario. L’ho già scritto: ma ritengo resti l’esempio migliore. Dopo la ristrutturazione il mercato coperto non ha mai funzionato perché dopo aver perso la propria identità non ne ha assunta un’altra. È diventato un ibrido. Ha scimmiottato varie soluzioni, ma quando si copia il rischio è che la scelta cada all’originale. È quello che è successo. Ora, Invece, si è dato una sua identità e, sono certo, funzionerà.
Il Pd (come il Foro dopo la ristrutturazione) invece si è annacquato. Quando questo succede perdi quote. Emerge chiaramente da uno studio riservato fatto dalla Swg sui flussi elettorali. Contiene moltissimi dati. Tra le tante schede, quella che più mi colpito è relativa al cammino della sinistra. È sorprendente vedere quali scelte sono state fatte il 4 marzo scorso da chi, nel 1968, aveva votato Pci. Il 20 per cento si è astenuto. Del restante ottanta il 35 per cento ha scelto i 5Stelle, il 32 il Pd, il 10 Leu, il 9 la Lega, il 5 Potere al Popolo e il 9 altri partiti.
Questo post è stato letto 176 volte