Nuovo Pd. La ricetta di Lia

La proposta della consigliera regionale: non cedere alla rincorsa del consenso, magari derogando rispetto a certi valori o certi principi che sempre di più dovrebbero essere identitari per le forze democratiche

Quale identità per il Pd. Questa la ricetta di Lia Montalti, consigliere regionale.



Voglio condividere alcune riflessioni sul successo elettorale dei Verdi in Baviera.
Mi ha colpito molto come quella realtà politica si sia negli anni evoluta uscendo dai confini dell’ambientalismo minoritario che dice solo di NO e rivestendo sempre di più il ruolo di una forza ambientalista “realista” con un programma di governo.

Si è parlato (e mi pare che in Italia si sia fatto anche con un certo stupore) di ambientalismo che sconfigge il populismo. In realtà i Verdi in Germania stanno portando avanti un programma che si basa su quattro pilastri: ambiente, diritti e integrazione, lavoro ed Europa.
Quattro temi che sono centrali e che stanno sempre di più determinando, rispetto alle proposte e alle risposte, la differenza tra populismi e forze democratiche.


Perché vi parlo di questo? Perché ritengo che nella sfida ai populismi che stiamo affrontando sarà determinante non cedere alla rincorsa del consenso, magari derogando rispetto a certi valori o certi principi che sempre di più dovrebbero essere identitari per le forze democratiche.

Anzi, è proprio questo il momento in cui rinnovare l’impegno rispetto a temi che possono sembrarci scomodi o difficili, come le politiche ambientali o la visione europeista e aperta della nostra società. Questo per alcune fondamentali ragioni, che riguardano sia il senso del nostro impegno politico, ma soprattutto il nostro essere cittadini. Ci sono temi infatti che sono collegati profondamente con il futuro non solo nostro ma anche dei nostri figli e delle generazioni che verranno dopo di noi. Pochi giorni fa è arrivato un richiamo tragico a come il cambiamento climatico si sta evolvendo con quella febbre del pianeta che sale, sale e continua a salire.


E gli effetti li abbiamo di continuo sotto gli occhi, con le temperature impazzite o eventi meteo violentissimi che in poche ore mettono in ginocchio. Ecco io penso che ci sia una responsabilità collettiva, che passa anche dalle abitudini quotidiane, rispetto a come stiamo vivendo e affrontando la crisi ambientale, un tema di così cruciale importanza, vitale. E penso che non ci sia nulla di diverso tra chi promuovere politiche pubbliche scellerate come sta facendo il nostro Governo, alimentando il debito pubblico che rimarrà sulle spalle dei nostri figli, e chi non ha nessun riguardo alla dimensione ambientale erodendo le risorse naturali e il nostro pianeta stesso, andando a compromettere il futuro di intere generazioni.
Allora per concludere vorrei citare una frase di un articolo che ho letto e che mi ha colpito per la sua chiarezza “Se c’è un momento storico in cui servono forze nuove e verdi è questo, perché la sostenibilità non è una cosa da fricchettoni: è il modo in cui ci prendiamo cura di casa nostra, della nostra società, delle nostre politiche e del nostro futuro.”


Ecco impegnarsi per il nostro futuro, è su questo che dobbiamo impegnarci, anche in un paese come il nostro che sembra vivere in un eterno presente (non a caso è stato abolito il tema di storia alla maturità).

 


E credo, anzi sono convinta, che pure in questo apparente imbarbarimento generale, ci siano moltissime persone, moltissimi italiani che sono pronti a sostenere le forze politiche che con coraggio sapranno guardare al futuro, impegnandosi (davvero e concretamente!!) su ambiente, lavoro, Europa, diritti e integrazione.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.