«La vérité est en marche» ovvero, L’elogio della giustizia

Il 25 novembre 1897, Émile Zola pubblicò sul quotidiano “Le Figaro” un articolo che termina con la frase “La verità è in marcia” in cui spiegava il perché del suo impegno per Dreyfus. 

«Dietro le mie azioni – scrisse Zola – non si nascondono né ambizione politica, né passione di settario. Sono uno scrittore libero, che ha dedicato la propria vita al lavoro, che domani rientrerà nei ranghi e riprenderà la propria opera interrotta… E per i miei quarant’anni di lavoro, per l’autorità che la mia opera ha potuto darmi, giuro che Dreyfus è innocente… Sono uno scrittore libero, che ha un solo amore al mondo, quello per la verità».

Nella vicenda della “piccola, Grande Carola”: Verità, Amore per il Prossimo e Giustizia, fanno da contraltare – come nella migliore tradizione delle persone libere – ad Arroganza, Spregio delle regole e Odio Sociale che sale e si radica in una società sempre più sprovvista di reali punti di riferimento e abbandonata a se stessa nel mare della mediocrità.

Eravamo in molti a dirlo, domenica scorsa, dopo il suo trasferimento ai domiciliari, prima dell’interrogatorio di garanzia, che le accuse: speciose e costruite ad arte solo per rispondere ai diktat della politica e della lotta al buonismo, non avrebbero retto alla prova dell’analisi di una GIP minimamente scevra da condizionamenti (difficilissima da trovare in questo contesto) e attenta alla “verità” processuale, appunto, piuttosto che alla crociata anti poveri.

Così la Giudice per le Indagini Preliminari di gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto di Carola e non ha disposto nei suoi confronti altra misura cautelare. 

CAROLA TORNA IN MARE, LIBERA!!!

Rispondendo alla Procura, che aveva chiesto la convalida del provvedimento e il divieto di soggiorno in provincia di Agrigento, stando a quanto riferito da ANSA, la GIP ha contestato che il reato di resistenza a nave da guerra, non sussisterebbe in quanto la motovedetta della Finanza speronata non sarebbe una nave da guerra mentre quella diresistenza a pubblico ufficiale cadrebbe perché l’indagata avrebbe agito in adempimento di un dovere
La scelta, poi, di dirigere la nave verso Lampedusa – secondo la giudice Vella – non fu strumentale ma obbligata in quanto i porti della Libia e della Tunisia non sono ritenuti sicuri
Secondo la giudice, infine, il decreto legge Sicurezza bis «non è applicabile alle azioni di salvataggio in quanto riferibile solo alle condotte degli scafisti».

Caporetto sta a Cadorna, come Sea Watch sta a…? Poco mi cale di chi si stia leccando le ferite. Quel che ora appare certo, anche se il ferito non si arrenderà tanto facilmente, è che fortunatamente, «la Giustizia – per dirla con le parole di una persona che mi sta a cuore – in questo Paese è lenta ma inesorabile» e i diktat, le accuse gratuite, l’arroganza, la spocchia si libereranno in convulsioni di dichiarazioni che manifesteranno tutta la rabbia di chi pensava di essere arrivato al Potere e non al governo di questo infelice e frastornato Stato.

Uno Stato che ha dimostrato di possedere gli anticorpi; ha dimostrato che la Costituzione – su cui ogni Legge deve essere fondata – è stata scritta da persone di fedeavversari politici, forse, ma attenti al bene di tutti, «adunati per dignità, non per odio» per riscattare la nostra Nazione – fatta storicamente grazie al contributo di tante culture ed etnie – davanti al mondo.

Possiamo dirlo forte anche noi: «La verità è in marcia» con buona pace di chi la vorrebbe nascosta sotto un mare di falsi problemi e altrettanto fatue soluzioni. La verità è in marcia, perché non è finita la Giustizia; perché non siamo soli al mondo ma possiamo tornare ad essere una comunità; perché possiamo sperare che i buoni sono di più; perché sappiamo che il “diavolo fa le pentole ma spesso, dimentica di fare i coperchi” e, soprattutto, perché ci sono le donne che hanno la marcia in più di chi ha dovuto battersi da sempre, anche con astuzia, per difendere la vita
Grazie Carola di averci aperto gli occhi e indicato la strada da seguire: Verità, Giustizia e Amore! Buon Lavoro e Buona vita!

P.S. Non so se l’avvocato Valgimigli, difensore dell’infermiera di Lugo, Daniela Poggiali, già due volte assolta per l’omicidio di Rosa Calderoni, la 78enne morta nell’aprile del 2014, quando ad una cena mi appioppò il soprannome di “Zola della Romagna”, volesse farmi un complimento “simpatico” oppure riferirsi alla mia proverbiale testardaggine che mi aveva messo nei guai, accusato di diffamazione, come il mitico “Emile”.
Per quel poco che lo conosco credo più nella seconda motivazione anche se, non lo nego, mi piacerebbe molto di più la versione “romantica” di me, costretto come “l’originale” a fuggire in Inghilterra per sfuggire, non certo alla galera (non è prevista nel mio caso) ma alla (per me pesantissima) multa per diffamazione. 
Quale che sia la motivazione, che comunque mi onora, stasera un po’ Zola mi sento. Lasciatemi illudere, ognuno ha i suoi sogni e i suoi miti. 

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