Toccante racconto di Jacopo Rinaldini
Il terremoto ha sconvolto l’Albania. Di come i residenti stiano vivendo questa situazione ce lo racconta Jacopo Rinaldini che ha sentito molte persone del posto.
E’ come se il mostro ci avesse colpiti nuovamente, tutti: la memoria apre la breccia del Belice, dell’”Orcoloat” del Friuli, dell’Aquila, dell’Emilia e dell’Umbria. L’angoscia si fa sentire.
Il grido del terremoto di ieri, “tërmeti” in albanese, non verrà mai obliato da chi l’ha udito.
Sul terreno, al momento, si contano almeno venticinque morti e settecento feriti.
Durazzo, l’antica Epidamno, è piegata su se stessa. Ciò che non hanno fatto secoli di guerre l’ha compiuto il terremoto.
Ora, sulla via Egnatia (via romana che la collegava a Costantinopoli), transitano unicamente ambulanze a tutta velocità, mezzi di soccorso e automobili cariche di beni di prima necessità: è emergenza, quella del giorno dopo.
Le scosse, frattanto, continuano: l’ultima, avvertita nel corso della giornata di ieri, è stata di cinque della scala Richter, avvertita chiaramente anche a Tirana, ove gli abitanti sono rimasti in strada sino a notte fonda. Hanno paura.
I palazzi tremano, vibrano, saltano e crollano. Ci si augura di trovare qualcuno ancora vivo, ma le speranze si spengono di minuto in minuto a causa dei violenti e continui movimenti tellurici.
Le mura bizantine, simbolo della città, sono a terra, in mille pezzi. Hanno protetto Durazzo per secoli, a prescindere da chi la occupasse: veneziani e ottomani. Oggi, quelle mura sono tornate ad essere ciò che erano cinquecento anni fa: sassi.
La paura è anche per l’anfiteatro romano di cui, al momento, non si hanno notizie certe.
Il Ministro della Cultura dell’Albania, Elva Margariti, si sta prodigando per mettere in sicurezza le opere conservate nei musei della zona, in particolare quello Archeologico di Durazzo.
Si cercano fondi e sulla pagina social del Ministro sono stati diffusi codici IBAN, ufficiali, con cui si tenta di raccogliere aiuti anche fuori dall’Albania.
Gli attori in campo sono diversi: kosovari, i primi ad accorrere in soccorso dei fratelli albanesi, italiani, francesi, greci e serbi; notizia, quest’ultima, che fa ben sperare per il futuro, poiché tra i due Paesi le relazioni non sono sempre state facili.
La popolazione locale sta facendo tutto ciò che può.
Il Sindaco di Fier celermente ha lanciato un appello ai cittadini, i quali hanno subito risposto, donando generi di prima necessità, abbigliamento e aiuti monetari.
Questo avveniva ieri sera, sino alle ore 24:00. Tutto ciò che è stato raccolto è stato distribuito a partire dalle prime ore del mattino della giornata odierna.
I cittadini albanesi stanno dando prova di grande unità e solidarietà: in un paese in cui il PIL è basso e la disoccupazione altissima si sta facendo l’impossibile. Ognuno si sta mettendo a disposizione. Le scuole e numerose attività restano chiuse. La luce manca in alcune zone della prefettura di Durazzo, “Qarku i Durrësit”, e si continua a scavare disperatamente, in troppi casi a mani nude.
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