Materiali che si deteriorano, chip senza vita, congegni inutilizzabili. Lavatrici, tv, cellulari, stampanti, computer, forni a microonde: si rompono tutti e si rompono in fretta. Quante volte vi è capitato che l’apparecchio diventasse inservibile pochi mesi dopo la scadenza della garanzia? Bene, forse non è un caso. Si chiama obsolescenza programmata. E’ pianificata a tavolino: l’oggetto viene costruito con una vita utile determinata, oltre la quale non funziona più. Un recente studio commissionato in Germania ha messo in luce conseguenze notevoli: la durata media degli elettrodomestici è crollata dai 12 anni del 1998 agli attuali sei anni e mezzo. Ma i prodotti meno costosi non vanno oltre i tre anni. Si è stimato che ai consumatori tedeschi questa discutibile “innovazione” costi 100 miliardi all’anno. Si rivelano quasi sempre inutili i tentativi di riparazione, perchè i pezzi di ricambio sono introvabili o costano moltissimo, oppure le parti non sono scomponibili e una volta “consumato” anche un solo componente microscopico, l’intero oggetto risulta pregiudicato. Il sistema costringe all’usa e getta e comporta spese crescenti, anche a causa degli onerosi costi di smaltimento. In Francia è stata fatta una proposta di legge per far passare come truffa l’obsolescenza programmata, che comunque sarà sempre difficile da dimostrare, mentre negli Stati Uniti le class action su questo tema portano raramente a risarcimenti significativi. Cosa fare? I consumatori dovrebbero prendere tutte le informazioni possibili su un prodotto. Il resto sarebbe compito della politica: allungare di molto la durata delle garanzie (come accade per alcuni oggetti in altri Paesi) e obbligare i produttori, per legge, al ritiro e allo smaltimento dei prodotti elettronici non più funzionanti.
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