Un’area vasta per le fiere. È la proposta di Giuliano Zignani, segretario della Uil di Cesena. Per la verità si tratta di una rielaborazione. Zignani da almeno dieci anni propone di creare un unico ente fieristico, quanto meno romagnolo. L’idea non è sbagliata. Anzi, se la Romagna vorrà essere competitiva dovrà ragionare in ambito di area vasta. Per lo meno per i settori più importanti i confini comunali non sono più sufficienti. E lo saranno sempre meno in futuro. E le fiere, indubbiamente, sono uno dei temi che prima o poi (meglio prima) dovrà finire sul tavolo delle trattative.
E’ però un argomento da maneggiare con cura. Del resto non è la prima volta che se ne discute. Un paio di anni il tavolo era stato apparecchiato dalla Regione, ma alla fine non se ne fece nulla. Fu Cesena a dire no perché riteneva che quella operazione la spolpasse e, nel contempo, favorisse Rimini che, oltretutto, voleva Macfrut.
Ecco, l’obiettivo deve essere quello: creare una struttura snella, ma che tuteli le specificità dei singoli territori. Non ci può essere un assopigliatutto. L’emergere di volontà egemoni metterebbe in posizione di difesa gli altri protagonisti e difficilmente si arriverebbe ad un accordo. Partendo dal consolidamento esistente, la strada da seguire dovrebbe essere quella battuta dalla sanità che ha garantito una spalmatura romagnola delle varie specialità. Ad esempio, il trauma center è a Cesena e Cardiochiururgia a Forlì. In questo modo si evitano inutili e costose sovrapposizioni e si può lavorare per migliorare anche qualitivamente ogni piccolo servizio. Poi ogni ospedale deve avere reparti e servizi di base: Chirurgia. Oculistica, Pronto soccorso, ecc.
Ecco, lo stesso ragionamento deve valere anche per le fiere. Cesena, ad esempio, ha una vocazione ortofrutticola ed ha Macfrut, fiera che funziona e che valorizza la filiera. La struttura di Pievesestina deve però avere la forza non solo di potenziare la stessa Macfrut, ma anche tutte le iniziative collaterali che riguardano il core business territoriale per garantire anche e soprattutto una vetrina alla propria economia. E’ chiaro che nulla osta che vengano organizzate iniziative di altro tipo come Arredo casa. La struttura fieristica ha bisogno di lavorare il più possibile per ammortizzare le spese. E’ però chiaro che, anche in questo caso, servirebbe una pianificazione romagnola per evitare inutili sovrapposizioni e per fare in modo che una fiera possa essere un elemento di richiamo anche per visitatori provenienti da fuori comune. Insomma, va da se che se Forlì si occupa di informatica, lo stesso non potranno farlo Cesena o Rimini.
Davide Buratti
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