RAVENNA. L’ultimo appuntamento autunnale della rassegna La meraviglia abita qui: le conversazioni di Classis, in programma sabato 25 novembre alle ore 11, si terrà,i n via del tutto eccezionale, presso la Domus dei Tappeti di Pietra.
In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne,le protagoniste Giovanna Montevecchi, archeologa, Elisa Tosi Brandi, medievista e Cristina Rocca, stilistaproporranno il tema Donne, abiti e società: dall’antichità ai nostri giorni.
Negli abiti, negli ornamenti, nel complesso universo della moda si può leggere tutta la ricchezza dei sistemi simbolici che nutrono la dialettica tra natura e cultura e si attua l’elaborazione delle identità e delle differenze. L’abbigliamento e la moda stanno al crocevia tra le tecniche artistiche, la produzione industriale, quella artigianale, il commercio, i bisogni primari, le istanze ornamentali. Stoffe, abiti, calzature, con le loro rappresentazioni scritte e figurate, sono infatti una fonte essenziale che forse meglio di altre consente di comprendere gli intrecci tra passato e presente. Le rappresentazioni del mondo antico e tardoantico, il complesso intreccio tra agiografia, liturgia e arte nel Medioevo e l’interpretazione della contemporaneità attraverso la creazione sono la trama di un dialogo tra un’archeologa, una storica della moda e una creatrice e imprenditrice.
Giovanna Montevecchi si occupa di temi legati agli insediamenti di età romana e tardo antica, con particolare attenzione al territorio ravennate. I maggiori interessi di ricerca sono rivolti alla residenzialità antica e ai temi della ritualità funeraria. In qualità di dottore di ricerca in archeologia e di libera professionista, collabora con Enti e Istituzioni pubbliche e private.
Elisa Tosi Brandi è medievista e insegna Storia medievale e Storia e patrimonio culturale della moda a Ravenna, presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna. I suoi temi di ricerca riguardano la storia della cultura, della società e dell’economia, con particolare interesse al rapporto fra vesti e società, alla produzione, al commercio e al consumo di capi di abbigliamento. Si occupa inoltre di patrimonio culturale della moda nel lungo periodo, prediligendo un approccio di cultura materiale. Nel 2020 le è stato assegnato il Janet Arnold Award.
Tra le sue pubblicazioni si segnalano le monografie Sigismondo Pandolfo Malatesta. Oggetti, relazioni e consumi alla corte di un signore del tardo Medioevo (Jouvence, 2020); L’arte del sarto nel Medioevo. Quando la moda diventa un mestiere (il Mulino, 2017); Il Medioevo nelle città italiane: Rimini (Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, 2017); la recente curatela della sezione monografica Valore e valori della moda: produzione, consumo e circolazione dell’abbigliamento fra XIII e XIV secolo, per Reti Medievali Rivista 24, no. 1 (2023).
Cristina Rocca è una stilista ravennate.
Dagli studi di giurisprudenza a Bologna e dalle frequentazioni degli atelier di alta moda nella capitale francese l’amore per la creazione dell’abito riporta Cristina Rocca a Ravenna. Negli anni ’80 già diverse boutique monomarca sono presenti in varie città italiane come Venezia, Ravenna, Cesena ed altre ancora con il marchio registrato CRISTINA ROCCA. Nel 1990 a Ravenna sfila la collezione a Santa Maria delle Croci appena restaurata e inizia un lavoro ispirato alla città d’arte e al mosaico.
Il brand si consolida in varie città italiane, ma Cristina Rocca sceglie la dimensione artigianale e focalizza il proprio lavoro a Ravenna dove presenta le collezioni nei luoghi simbolici della città: Piazza del Popolo, Museo Tamo, Museo Nazionale, Almagià, siti che diventano spazi ideali per valorizzare la creatività artigianale del made in Italy. Un’ intima ispirazione sancisce quell’intrigante legame fra l’arte musiva e la moda.
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