
di Fabrizio Marcheselli
Senza il gioco spontaneo, manuale e condiviso, ci si gioca il futuro. Non è solo un gioco di parole, ma lo spunto di riflessione maturato nell’interessante incontro con lo scrittore, giornalista e critico letterario Piero Dorfles, che ha presentato il suo nuovo libro “Amblimblè – Rime e riti dei giochi di strada” nel parco del centro diurno La Meridiana a Cesena, davanti a un pubblico partecipe che inevitabilmente si è “messo in gioco”.
Promossa dal Dipartimento Salute mentale e Dipendenze patologiche Forlì-Cesena di Ausl Romagna con la partnership della cooperativa sociale Il Mandorlo e il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena e quartiere Cervese Sud, la rassegna di libri, dialoghi e solidarietà “Oltre il Giardino” si concluderà martedì 15 luglio 2025, ore 20.30 a ingresso gratuito, con il volume “Avevo un fuoco dentro” (Mondadori editore), in un dialogo tra l’autrice Tea Ranno e la psicoterapeuta Laura Letizia.

Piero Dorfles, triestino di nascita, milanese di adozione e romano di residenza per la lunga militanza in Rai con programmi come il noto “Per un pugno di libri”, condotto dal 1998 al 2020 su Rai 3 insieme a Patrizio Roversi, Neri Marcorè, Veronica Pivetti e Geppi Cucciari, ha raccontato “Amblimblè” (Manni editori) rispondendo alle domande di Gianluca Farfaneti, responsabile Ssd Psicologia clinica e Psicopatologia Forlì-Cesena Ausl Romagna, ed Elisabetta Ciracò, psicoterapeuta dell’età evolutiva e dell’adolescenza e presidente dell’aps La Scacchiera di Onnon.
“Ho sempre avuto passione per le conte – ha spiegato Dorfles – che erano diverse in giro per l’Italia, da Amblimblè alla più famosa Ambarabaciccicoccò. Sono parole senza un senso inventate dai bambini, che riescono a essere surreali spontaneamente. Con il libro ho voluto mettere in luce che esiste un’autonomia di pensiero dei bambini e che sarebbe un problema se si perdesse. Giocare da soli con un computer non aiuta. La fisicità è fondamentale e nei giochi di strada si può esprimere. Creare il gioco, organizzarlo, discuterne con gli altri bambini interrompendolo temporaneamente, decidere le regole, applicarle, serve a imparare la responsabilità, la democrazia, il pensiero critico. Un adulto consapevole si costruisce da bambino”.

Un monito per tutti quei genitori che infarciscono di impegni le giornate dei figli e tendono a controllarli troppo. Secondo Dorfles, “l’eccesso di protezione ha privato i ragazzi della dimensione di assoluta libertà e della fisicità tipiche del gioco di strada. Iscrivere i figli a corsi, attività, lezioni costose, con l’idea di un investimento utile per il futuro o addirittura di un ritorno economico, è un vizio della nostra epoca. Lo trovo orribile. Filosofi sostengono che, quando si smette di giocare, si smette di vivere”.
A Cesena la scuola media Anna Frank ha sposato il progetto dei giochi de La Scacchiera di Onnon, “con un aumento dell’attenzione e della concentrazione nei bambini” testimoniato da Elisabetta Ciracò, e l’anno prossimo introdurrà proprio il gioco di strada, come auspicato a fine serata dalla dirigente scolastica Laura Liprino.
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