Il nostro territorio provinciale attraversa, come tutto il Paese, una crisi che ha pesantissimi risvolti dal punto di vista economico e sociale.
In questi mesi abbiamo cercato di definire un progetto di sviluppo declinato attraverso diverse iniziative strategiche sul piano delle infrastrutture, del riordino istituzionale e dell’offerta di servizi.
Si tratta di un’azione che necessiterà di uno sforzo corale da parte di tutti gli attori pubblici e privati del territorio e rispetto al quale ognuno dovrà fare la propria parte nei luoghi di competenza.
In quest’ottica la probabile nutrita rappresentanza locale nel prossimo parlamento deve diventare, al di là delle appartenenze politiche, l’occasione per rappresentare al meglio a livello nazionale le istanze ed i progetti della nostra provincia supportando l’azione degli enti locali.
Credo pertanto che sarebbe auspicabile stabilire metodi e contenuti che leghino i nostri rappresentanti ad un progetto di territorio che, al di là dei normali collegamenti con i rispettivi collegi (mediati spesso dall’azione dei partiti), li rendano ulteriormente protagonisti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Se, infatti, l’attività del parlamentare si esplica solamente con l’esercizio delle pur importanti funzioni costituzionali, ovvero con interrogazioni, comunicati e conferenze stampa, rischia di non portare risultati concreti al territorio.
In questi anni, peraltro la collaborazione, fra territorio e rappresentanti a livello nazionale e regionale si è già sviluppata in maniera positiva ed ha consentito di cogliere importanti opportunità. Ricordo fra tutte la ristrutturazione delle Gallerie Caproni ed il restauro della Rocca delle Caminate.
E’ proprio la validità di questa prassi naturale a spingere verso un ulteriore salto di qualità nelle relazioni. Specie per gli enti locali è importante, infatti, avere riferimenti certi ed in grado di supportare, in piena autonomia, le azioni capaci di portare vantaggio al territorio
Sarebbe, dunque, di estrema importanza poter siglare una sorta di “patto di legislatura” che definisca gli obiettivi prioritari e l’azione che ciascuno deve svolgere nell’interesse dell’intera comunità con il supporto di metodologie che rendano il confronto non episodico o legato ad emergenze, bensì organico e continuativo.
Un luogo dove amministratori locali e rappresentanti a livello regionale e nazionale possano incontrarsi e, sollecitati anche dalle istanze delle organizzazioni di rappresentanza di interessi collettivi imprenditoriali e sindacali, affrontare, con una visione anche prospettica, i problemi che ineriscono al nostro territorio, evitando però la ricerca della mera visibilità personale che, in passato, ha di fatto annullato questo tentativo di confronto.
Questo sistema elettorale, ha già dimostrato quanto sia reale il rischio di legare gli eletti, non tanto al territorio e ai suoi elettori, ma al capo o all’organizzazione di questo o quel partito. Anche per questo sarebbe importante che i candidati manifestassero chiaramente, già in campagna elettorale, il loro impegno una volta eletti, oltre che su tematiche generali fondamentali, come le politiche per il lavoro ed il sostegno ai consumi, anche su quelle determinanti per lo sviluppo del territorio; penso ad esempio a:
- vincoli agli istituti di credito affinché a fronte degli aiuti di stato, concedano accesso al credito per le imprese ed in particolare nuova liquidità di esercizio alle PMI che rappresentano oltre il 90% del nostro sistema imprenditoriale, memori di quel che è accaduto ad esempio nel caso di MPS dove dei 24 miliardi erogati dalla BCE al tasso dell’1%, solo 3 miliardi sono stati reinvestiti per prestiti alle imprese e la restante parte è stata investita in titoli di stato a rendimento fisso;
- liberare risorse, a fronte delle deleghe regionali o statali, affinché gli enti possano far fronte ai propri compiti (ad esempio l’edilizia scolastica e le strade) anche intervenendo sulla modifica dell’attuale Patto di stabilità;
Per quanto concerne il piano strettamente territoriale:
- dare avvio a quelle grandi opere infrastrutturali, come la Via Emilia bis, che possono portare ossigeno alle imprese locali e creare occupazione sostenendo in primo luogo quelle iniziative di project financing a cui partecipano imprese locali
- reperire risorse nei piani infrastrutturali nazionali per proseguire nell’ammodernamento della ‘Via Cervese’ e mettere in sicurezza la S.S 67 ‘Tosco-Romagnola”.
- Sostenere lo sforzo delle amministrazioni locali attraverso un confronto costruttivo ma fermo con le Ferrovie dello Stato per ottenere un collegamento ferroviario più efficiente, attento alle esigenze dei pendolari e di quanti devo spostarsi nel paese e attivare azioni utili alla piena operatività dello Scalo merci di Villa Selva
- ottenimento di risorse finanziarie straordinarie per imprese ed enti locali (ad esempio per i danni provocati dal “Nevone”)
Con un impegno preciso su tali tematiche siamo certi che si creeranno le condizioni per intraprendere questa nuova fase di relazioni e collaborazioni, come avviene in altri territori.
Massimo Bulbi
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