Ferrara è una città quieta, sospesa e uso proprio questo termine perchè quando si arriva, ti accoglie con il silenzio dei suoi vicoli antichi, annidati uno dentro l’altro come le calli di Venezia e i Carruggi di Genova. Ferrara è la città delle biciclette ed è vero, le vedi ovunque, parcheggiate in ordine, con i loro colori sparsi, come se fossero moderne installazioni di una città museo (pochi ricordano che Ferrara è patrimonio UNESCO, realtà peraltro non unica nella nostra Romagna).
In qualunque modo decidiate di raggiungere la città, scegliete di visitarla a piedi, assorbendo la sua lentezza, la sua calma interiore che vi farà scoprire anche gli angoli più nascosti; targhe marmoree, cippi, statue, insegne, vi faranno da guida raccontandovi le storie, a volte complicate, a volte cruente o divertenti di questo angolo di cultura e storia incastonato tra fiumi e pianure paludose, tra palazzi signorili e guerre sanguinose. Il castello, o meglio la fortezza, rimane al centro di queste storie, forte come un tempo, misterioso e al tempo stesso giocoso.
Eppure anche Ferrara alza la voce a volte, ma lo fa a modo suo, e solo in alcuni momenti dell’anno. Il Carnevale è uno di questi. Badate però, non si tratta delle solite feste carnevalesche in cui mascherarsi è un diverso apparire, a Ferrara si rievoca un periodo storico in cui il Carnevale ha avuto un esatta funzione militare, far credere al nemico ciò che non era vero.
Ed ecco che ogni anno, almeno per un giorno Ferrara si riveste di Rinascimento, ritrovando il Duca d’Este, la sua corte, le dame, i cavalieri, i giullari e i poeti. Chi assiste in realtà non rimane mai osservatore esterno, ma partecipa attivamente, coinvolto dai figuranti, che sono maestri nell’arte della cerimonia ma anche del teatro di vicinanza. Si respira, si vive, si sente, si ascolta una città che per un giorno magnifica la propria storia. E mentre tutti si travestono, quì si vive la storia!
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