La partita del Montefiore, tra investimenti e polemiche politiche

L’ampliamento del Centro commerciale Montefiore è una opportunità per le attività commerciali di Cesena e per quelle del Centro storico in particolare?
Questa è l’idea che sta dietro la scelta di Commercianti Indipendenti Associati. Ma non è solo un’opinione della grande cooperativa di dettaglianti del sistema Conad: c’è un’indagine di Iscom, il centro studi di Confcommercio, che lo mette nero su bianco.

Il nodo è che la gente va già a fare shopping fuori Cesena. Principalmente a Savignano, ma anche a Forlì e Rimini. C’è poco da fare: è così, e non è un’acritica difesa dei piccoli negozi che cambierà le cose. E c’è dell’altro: il principale sistema di acquisto utilizzato dai giovani oggi si chiama Internet.

Dietro al progetto di ampliamento del Montefiore c’è l’idea che la contrapposizione tra grande e piccola struttura commerciale nuoccia a tutto il settore, mentre la collaborazione porterà benefici a tutti gli operatori.
È lecito non crederci, ma se il nuovo Montefiore si integrerà con il tessuto dei negozi del centro, che beneficeranno della sua capacità di attrazione della clientela proveniente da fuori città, sarà una scommessa vinta per tutti.

Il nuovo Montefiore sarà un Centro commerciale a misura di città, se si considera come, ad ampliamento ultimato, le sue dimensioni risulteranno essere pari alla metà di un centro commerciale come il Puntadiferro di Forlì, per fare un esempio dei dintorni.

L’Amministratore delegato di Cia-Conad Luca Panzavolta spiega perché ciò potrebbe avvenire: «Le sovrapposizioni di offerta sono limitate».

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L’investimento di 40 milioni di euro è un vero affare per Conad? Sarà il tempo a dirlo. Intanto parliamo di lavoro per le imprese locali in un momento in cui la crisi continua a colpire duro. Risorse che potevano benissimo essere investite altrove. A qualche politico 5,5 milioni di euro per costruire gratis la caserma dei carabinieri sembrano pochi, così come i cento nuovi posti di lavoro. Io ho un’opinione diversa. E voi?

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Paolo Pingani

Nato a Reggio Emilia nel 1957, laureato in lettere moderne all’Uni­versità di Bologna, ha insegnato italiano, storia e latino alle medie e alle superiori fino al 1988. Dal 1989 ha lavorato come giornalista al Resto del Carlino e al settimanale Qui; dal 2001 al 2011 è stato portavoce del presidente della Provincia di Ravenna. Attualmente è presidente della cooperativa ravennate di giornalisti 'Aleph'.