Se il pc non è più il centro nevralgico della vita d’ufficio è perché lo smartphone ne fa le veci in modo egregio. Ma ciò non vuol dire che sua maestà abbia abdicato. Ed è da qui che nascono i problemi. Troppi terminali finiscono inevitabilmente col disperdere i contenuti.
Il già citato studio di Adobe Systems tramite la società di ricerca Idc ha messo in evidenza che questa dispersione porta a uno spreco di tempo che matematicamente si traduce in uno spreco di denaro. Una grossa fetta del tempo perso riguarda i processi di collaborazione.
In questi anni la tecnologia si è mossa anche in questa direzione, arrivando alla conclusione che sarebbe bene se tutti avessero accesso alle stesse informazioni, ovunque si trovino e da qualunque terminale. Fantascienza? No, cloud.
Cloud Computing significa semplicemente gestire esternamente, ed in questo caso online, le applicazioni e le attività, invece che all’interno delle “quattro mura”.
In breve, si tratta di una nuova tecnologia che permette di collegare e condividere informazioni attraverso il semplice uso dell’interfaccia internet. Ciò significa che basta una connessione al web per accedere a documenti e programmi condivisi.
I vantaggi non sono pochi, e la nuova tecnologia si sta diffondendo a grande velocità, anche grazie alla “spintarella” di Apple.
In questo modo viene rivista la gestione delle informazioni, dal singolo fino alle aziende, e viene ridefinito il ruolo dei fornitori di servizi e delle società outsourcing. Questo perché la tecnologia cloud agevola la collaborazione e la condivisione delle informazioni, aiutando la rete a perseguire un modello di business più collaborativo, fornendo al contempo un tipo di assistenza migliore e a un costo inferiore.
Tempo, spazio, denaro: ecco su cosa si risparmia.
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