Non credo che, sulla spiaggia di Rio, fra quei milioni di giovani entusiasti per la grande parola di Papa Francesco siano tanti coloro che hanno potuto apprezzare appieno la figura di ‘monsignor Tonini’ – come in tanti, ancora, lo chiamavamo, nonostante la porpora cardinalizia. L’età avanzatissima aveva, infatti, limitato la sua instancabile missione che ne aveva fatto un personaggio ascoltato ed ammirato a livello internazionale e, per i ‘giovani’ della mia generazione, una figura di riferimento per la sua capacità di dialogare con tutti e portare la luce del Vangelo a far ragionevole chiarezza sui tanti temi caldi della società. A quelli di noi che, con tutto l’entusiasmo dei vent’anni, s’impegnavano, infatti, per le tortuose strade dell’impegno politico – “la più alta forma di carità sociale”, come diceva spesso citando il grande Paolo VI – raccomandava sempre di fissarsi sui problemi concreti e quotidiani delle persone. Lo fece anche quella che, a Cesena, venne ad inaugurare l’associazione culturale che dedicammo ad un suo caro amico, quel Benigno Zaccagnini che fu per noi, nel senso più autentico, insuperato Padre Nobile. Per singolare coincidenza il Cardinale ci ha lasciato mentre, sulla spiaggia di Copacabana, un uomo vestito bianco donava alle nuove generazioni altre parole di speranza, d’incoraggiamento ed incitamento. Un ideale passaggio di testimone che non potrà che portare altri frutti di bene. A Dio, mons. Tonini!
Massimo Bulbi
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