Il Pd si affida a Bob. Ma non basta. Deve tornare in strada

Il sistema operativo è la risposta a Rousseau dei 5Stelle. Ma il rapporto con le persone si riconquista anche e soprattutto facendo i banchetti e prendendosi gli insulti. Ma sarà inutile farlo un mese prima del voto

Dunque, è nato Bob e presto diventerà operativo. Secondo affaritaliani.it è la risposta del Pd a Rousseau, il sistema operativo che la Casaleggio ha realizzato per permettere ai 5Stelle di sfruttare tutte le opportunità che garantisce la Rete. Non bisogna dimenticarsi che i grillini sono nati e cresciuti proprio su internet. Quindi ha fatto bene il Pd ad organizzarsi per cercare di controbattere a quel tipo di strapotere dei 5Stelle.
Sì, perché va detto: fino ad ora il movimento/partito che fa riferimento a Grillo su internet ha fatto il bello è cattivo tempo. Sia a livello nazionale, che locale. Ed è forse anche per quello che fra i più giovani (la fascia dai 18 ai 44 anni) il Pd ha delle difficoltà, emerse anche nelle ultime primarie.


Qualcosa andava fatto in quella direzione e, stando ai report della stampa, Bob è interessante. Ma non è e non può essere la panacea di tutti i mali. Servono anche altri tipi di risposta. È indubbio che c’è un problema di proposta politica. Ma se il guaio fosse solo quello sarebbe facilmente rimediabile. Basterebbe modificarla. Il Pd ha altri problemi. Innanzitutto, a mio avviso, è troppo liquido. Si sta adeguando sempre più a una politica italiana che sta sempre più abdicando a quello che dovrebbe essere il suo ruolo: dirigere l’opinione pubblica. Ora la asseconda. E questo è un male, perché rincorrere le tensioni del momento può essere utile elettoralmente, ma lo è molto di meno al Paese o al territorio (dipende la dimensione del fenomeno) che ha bisogno di una politica di prospettiva, orientata nel medio e lungo termine.
Il Pd poi ha il problema di un allontanamento sempre maggiore dalla base. Succede un po’ a tutti i partiti, ma per il Pd il guaio è elevato alla massima potenza perché la sua forza era sempre stato il rapporto con la base frutto del radicamento territoriale. Possiamo raccontarci tutto quello vogliamo e anche fare finta di niente. Ma non è più così. Quindi va bene Bob, ma serve molto di più. Il Pd (come tutta la politica, del resto) deve tornare in strada, nelle piazze, nei mercati, soprattutto in quelle delle periferie, che a Cesena si chiamano Quartieri.

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)

Restando a Cesena ricordo che quasi a inizio della prima legislatura il sindaco e gli assessori  periodicamente andavano, all’alba, nei parcheggi scambiatori per incontrare le persone. Era una bella iniziativa. Però non mi sembra sia proseguita. Peccato.
Ma quella e il ritorno nelle piazze sarebbe inutile farlo un mese prima delle elezioni. Il lavoro deve cominciare adesso. Così sarà propedeutico per il voto nazionale e, a Cesena, per quello locale che, a naso, non è per nulla scontato.
Lo so. Non è facile per tutta una serie di motivi. Soprattutto perché ci sarà anche da prendere degli insulti. Nella sezione di partito viene chi ha un problema, in piazza incontri chi è veramente arrabbiato e non ti risparmia niente. Però quello è il modo migliore che conosco per riconquistare la sua fiducia.
Io non sono più giovane, quindi ricordo che quando lo ero, i rappresentanti di tutti i partiti (non solo il Pci) non avevano problemi ad affrontare assemblee che sapevano essere ostili e dalle quali erano certi di sarebbero presi improperi a non finire. Però, alla fine, ne uscivano sempre bene.  Ogni tanto, forse, varrebbe la pena fare tesoro di certe esperienze.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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