Serve un partito unico con una classe dirigente che sappia parlare ai giovani. A Cesena il leader poteva essere Lattuca. Ha fatto un'altra scelta, ora è tutto più difficile
Massimo D’Alema non è mai stato il mio punto di riferimento politico. Non ho mai avuto nemmeno troppa simpatia per la persona. L’ho sempre considerato (forse sbagliando) saccente. Però non posso negare che ha una grande intelligenza politica. Che poi non sappia tradurla in voti questo è un altro discorso. Però le sue analisi sono puntuali. Lo ha dimostrato anche nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera.
Sono molti, anzi moltissimi, i punti interessanti. Ha ragione, ad esempio, quando dice che a sinistra ci sarebbe molto spazio ed è dalla parte giusto quando sottolinea: “Sono forze che devono unirsi in un’alleanza per il cambiamento, aperta a tutti quelli che vogliono dare vita a un programma di centrosinistra”. Poi propone il processo costituente attraverso assemblee e una consultazione programmatica. Poi le primarie. Fin qui tutto bene. Gli scricchiolii si cominciano a sentire quando si fa sul concreto.
Fino ad ora quella della sinistra unica resta un refrain conosciuto. Passi concreti non ne ho visti. Ma non ne ho visti neanche in un’altra direzione, l’apertura verso i giovani e un leader. La sinistra non può certo presentarsi con Bersani e tanto meno con D’Alema. Ma neppure Speranza buca e Pisapia è difficile possa essere il punto di riferimento dei giovani. Del resto uno dei problemi più grandi è che la sinistra non attrae più il voto dei giovani e, in parte, dei lavoratori. Lo riconosce anche D’Alema quando dice: “Nell’ambito di una ricerca il 28 per cento dell’elettorato dei Cinque Stelle si è detto di sinistra; ma dichiara di votare Grillo perché la sinistra non c’è più”.
Ma se la sinistra non c’è più la colpa di qualcuno sarà. Renzi ci ha messo tanto del suo, ma anche D’Alema e soci non possono fare i verginelli. Anche loro si devono prendere la loro consistente parte di responsabilità. Troppo facile scaricare tutte le colpe sugli altri. Poi, di sicuro, adesso non aiuta il voler dimostrare, ad ogni piè sospinto, che sono loro le eminenze grigie del nuovo partito. La gente non ha mica l’anello al naso.
Se veramente D’Alema & C. vogliono fare un servizio alla sinistra devono aiutare la nascita della nuova forza e, poi, dare completamente spazio ad una nuova classe dirigente. L’ideale, a mio avviso, sarebbe Pizzarotti. Ma credo che sia difficile che il sindaco di Parma si vada a impelagare in una situazione simile.
Lo stesso discorso fatto per il nazionale vale anche per Cesena. È vero che a livello locale c’è più tempo. Ma non troppo. Anche da noi servirebbe un totale rinnovamento della classe politica. Certo, le cose sarebbero state molto più facili se Enzo Lattuca fosse andato con Mdp. Fra l’altro sarebbe stato anche un leader a livello nazionale. Invece ha fatto un’altra scelta ed ora la sinistra deve inventarsi qualcosa d’altro. Non ho niente di personale con gli attuali esponenti. Sono tutte brave persone e anche con idee interessanti. Tutti possono dare un validissimo contributo alla crescita di un nuovo soggetto politico che, però, deve comprendere tutte le forze di sinistra (la frammentazione non serve a niente, anzi indebolisce), avere proposte innovative e parlare ai giovani attraverso una classe politica nuova.
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