Combattere i personalismi

Questa sera confronto giunta parti sociali. Per far partire una nuova stagione serve un approccio più laico. Evitiamo però i contentini, non risolverebbero niente. Meglio un no motivato a un sì controvoglia

È la sera del confronto. Attenzione però a non caricarla di troppi significati. Non è  il d day e da domani Cesena non sarà il regno della tavola rotonda.  

 

Ribadisco però che è un passaggio importante perché, a mio avviso, il dialogo è  sempre importante. Anzi è la base. E qui vorrei approfittarne per rispondere al mio amico Maicol Mercuriali che ieri ha fatto un’obiezione giustissima. È  vero, a Cesena (come in molte altre città) c’è o c’era un problema di rapporti istituzionali. Non l’ho mai negato. Ma non lo nascosto nemmeno Il sindaco quando ha detto che voleva cambiare registro. È  per quello che ho scritto che voglio guardare avanti.

Cesena – (Photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Per migliorare le cose serve, a mio avviso, tanta onestà intellettuale che poi è la base per superare i personalismi che sono la madre di tutti i problemi.

 

È  naturale che ognuno di noi abbia uno o più interlocutori privilegiati. Simpatie e antipatie fanno parte dell’animo umano. Quello però deve (o dovrebbe) condizionare l’aspetto privato. Per quello pubblico servirebbe un approccio più laico.

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Nessuno deve diventare amico della vita di nessuno. Ma tutti i rappresentanti istituzionali al tavolo delle trattative non dovrebbero farsi condizionare dai rapporti personali. Invece inevitabilmente succede e a lungo andare la forbice fra le persone che sono più distanti tende ad allargarsi sempre di più. Questo, poi, porta a cercare alleati e, con il passare del tempo, lo situazione non può che peggiorare.

 

Mi rendo conto che sto facendo molta teoria e, quindi, che sono cose più facili da dire che da fare. Ma, a mio avviso, è il momento per tutti di fare un passo indietro dal punto di vista comportamentale. Adesso si dice resettare.

 

https://www.flickr.com/photos/ziowoody/

Cesena – Palazzo del Capitano (photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Questo non significa che la decisione finale debba diventare assembleare. Quella spetta alla giunta e, in particolare, al sindaco. Che però non solo deve creare il confronto, ma avere la capacità di valutare molto laicamente i contributi che arrivano dalle parti sociali. Poi è naturale che possa essere più sensibile alle proposte fatte da chi è più in sintonia con i rappresentanti del governo. Siamo persone umane, non robot.  L’importante è non alzare una barriera preventiva nei confronti di coloro che (caratterialmente o politicamente) sono più distanti.

 

Evitiamo però i contentini. Se si parte dal presupposto che i tavoli di confronto sono animati dall’onestà intellettuale si deve avere la forza e la capacità di dire dei no, che però siano motivati. Dietro un no o un eventuale rinvio ci possono essere tanti motivi. L’importante è che siano reali, non di facciata.

Stando così le cose, però, le parti sociali avranno il dovere di accettare la decisione. Questo non vuol dire che debbano abbandonare il proprio progetto. Anzi, se ci credono, devono continuare a spingerlo continuando ad essere di lotta e di governo senza però creare un clima conflittuale.

Difficile? Forse sì, forse no. Tutto dipende dalla buona volontà.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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