Chi è causa del suo mal…

Ci lamentiamo della politica, ma noi come siamo? Cosa facciamo? Condivido la spietata, ma lucidissima analisi che Ernesto Galli della Loggia ha fatto sul Corriere della Sera

Stiamo assistendo a quella che considero la peggior campagna elettorale di sempre. Programmi utopico-demenziali nei quali è stato offerto di tutto a tutti: sconti fiscali, bonus, pensioni, sussidi e ogni cosa naturalmente a costo zero. Il tutto usando slogan stantii, bugie e blandizie agli elettori.

Non avrebbe saputo fare peggio Cetto la qualunque, personaggio (politico esageratamente populista) interpretato da Antonio Albanese nel film Qualunquemente. Fa rabbrividire poi il modo in cui sono state decise le candidature. I capipartito si sono preoccupati solo di mettersi al riparo da brutte sorprese.

Noi tutti giustamente ci lamentiamo di quello che sta succedendo. Ma forse sarebbe il caso porci delle domande. Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di martedì se le è poste ed ha fatto delle riflessioni che condivido. È partito da un quesito: dello spettacolo a cui stiamo assistendo in questi giorni non ha forse qualche colpa anche il Paese che siamo?

 

Non assolve nessuno. Non solo i politici. Ma anche gli italiani. Un’analisi cruda, ma utile. E che deve far riflettere.

Negli ultimi due decenni la società italiana, scrive Galli Dalla Loggia, è andata incontro a un declino che non è stato (ma davvero è stato, e ora non lo è più?) solo economico. In realtà al declino si è accompagnato anche qualcosa che è difficile non definire un degrado complessivo. Cioè qualcosa che va oltre il Pil e gli investimenti, ma vuol dire deterioramento del tessuto civile del Paese, l’abbassarsi del livello della sua cultura e dei suoi costumi, una crescente sregolatezza dei comportamenti diffusi al limite dell’illegalità.

Poi fa un lungo elenco di quelle che ritiene le nostre colpe sulle quali preferiamo sorvolare. Le cita alla rinfusa: siamo una società che non va abbastanza a scuola perché ha tassi altissimi di abbandono scolastico, e che a scuola consegue in genere pessimi risultati; che ha pochi studenti universitari; che non ha dimestichezza con le biblioteche, con i concerti, con le sale cinematografiche; che non legge né libri né giornali. In compenso, aggiunge, guardiamo smisuratamente la tv, stiamo sempre con in mano uno smartphone, ci abbuffiamo di selfie, di facebook e chattiamo freneticamente, immersi ad ogni istante in un oceano di chiacchiere e di immagini che alimentano un incontenibile narcisismo di massa.

Poi ricorda che nel campo tecnico-scientifico, pur vantando alcune eccellenze, non riusciamo più a produrre idee come un tempo (in Italia il numero delle domande di brevetti è  la metà della media europea). Burocrazia, corruzione ed evasione fiscale sono gli altri vizi italici citati dal notista del Corriere della Sera che poi chiede: perché mai un Paese così dovrebbe avere una classe politica diversa da quella che ha, dei candidati al Parlamento diversi da quelli che gli sono stati appena somministrati dai partiti?

 

E prosegue con un’analisi spietata: non è assurdo pretendere di avere governanti di un livello «normale», cioè più o meno analogo a quello di altre realtà con cui ci piace confrontarci, mentre noi, mentre il Paese, è viceversa così visibilmente «anomalo» rispetto alle suddette realtà? Rassegniamoci alla verità: sono una sparuta minoranza (e i politici lo sanno!) gli italiani che vogliono veramente un Paese diverso: dove veramente significa essendo disposti a pagare il prezzo necessario ad averlo. A tutti gli altri, invece, va più o meno bene il Paese che c’è: naturalmente riservandosi il diritto di imprecare ad ogni momento che «in Italia è tutto uno schifo».

 

Meditate gente, meditate.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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