Parte il governo 5Stelle/Lega. Sono preoccupato per l'analfabetismo amministrativo unito alla voglia (e alla necessità) di voler stupire con effetti speciali
Cosa ci fa quello lì in mezzo a quei masaniello che trasudano analfabetismo costituzionale? È la prima domanda che mi sono posto quando, per la prima volta, ho visto il nuovo presidente del Consiglio. Non che il prof. Conte sia una verginella. La storia dei curriculum gonfiati a me fa rabbrividire. Essenzialmente per un motivo: il metodo.
Non conosco cavalieri senza macchia e senza peccato. Ma sull’onestà intellettuale io non sono portato a fare sconti. Però, nonostante fossi prevenuto, devo dire che il nuovo presidente del Consiglio ha trasmesso di sé un’immagine rassicurante. In questo senso Conte sta a Gentiloni come Di Maio e Salvini stanno a Renzi.
Adesso però si passa dalla teoria si fatti. E il governo 5Stelle/Lega è atteso alla prova. Non li ho votati (non credo lo farò mai), ma non tiferò contro. Io ho sempre tifato per il paese. Muoia Sansone e tutti i filistei è una frase nella quale non mi riconosco. Però sono pessimista. Innanzitutto per la totale sfiducia nei confronti di Salvini è Di Maio. A mio avviso i leader dei due partiti sono di certo due ottimi politici, soprattutto bravi a catturare voti. Ma mi danno l’impressione di essere dei totali analfabeti per quanto riguarda l’aspetto amministrativo.
Governare è difficile. Molto difficile. Per farlo bene bisogna fare ciò che si deve e non quello che si vuole. Il problema è che per fare ciò significa togliere il piede dell’acceleratore delle promesse.
Il buon governo è quello dei piccoli passi. Fatto di conquiste quotidiane. È così in politica, in economia e nella vita di tutti i giorni. Chi vuol stupire con effetti speciali è costretto a fare provvedimenti che hanno effetto nell’immediato ma che, quasi sempre, nel medio lungo termine sono destinati a non avere gli effetti voluti.
“Non esiste un interruttore ‘on-off’, sarebbe un errore. Il cambiamento va fatto con senso sabaudo, a piccoli passi talvolta poco visibili all’esterno ma che puntano sulla qualità della vita, cambiando la mentalità con cui si affrontano le questioni, facendo attenzione anche alle cose buone che sono state fatte in passato”. Queste parole non sono state dette da un politico oscurantista e inciucista, ma da Chiara Appennino, sindaco di Torino e eletta nelle file dei 5Stelle. Le ha pronunciate nella prima conferenza stampa di fine anno per respingere le critiche di chi sosteneva che molte scelte erano state prese in continuità con la precedente amministrazione.
Ma anche Pizzarotti (unanimemente ritenuto un buon amministratore) ha guidato e sta guidando Parma con tanto buon senso e con la politica dei piccoli passi e senza un atteggiamento sbruffone. Soprattutto non infarcisce i suoi interventi di slogan dai quali io rifuggo. Per me sono come la panna nella pasta: è ruffiana, ma copre tutti i sapori.
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