La definizione, molto azzeccata, da parte di Don Enrico dell’Abbazia di San Mercuriale come la nostra Notre Dame mi ha riportato alla memoria alcuni episodi legati al monumento più importante della nostra “Furlè”. Nei primi anni ’80 veniva a trovarci (il sottoscritto e Mario Vespignani) nel nostro ufficio in Comune il vecchio Sindaco della Liberazione, ormai ultraottantenne, Agosto Franco (Franco era il suo cognome). Lui ci raccontò come il giorno successivo alla Liberazione di Forlì i componenti del CLN della città guidati dal vecchio Sindaco, come primo atto dell’esecutivo uscirono dal Municipio, attraversarono la piazza Saffi per arrivare sotto le finestre della canonica dove risiedeva Don Pippo e gli rivolsero un lungo e caloroso applauso per avere salvato il campanile (già minato dai tedeschi) dalla distruzione. Pare che Egli, rivolgendosi alla sorella che gli faceva da perpetua, abbia chiesto, stupito, il motivo di tale manifestazione.
Un altro episodio riguarda il vecchio Abate Don Bruno Bazzoli. Durante il periodo di quaresima che precede la Pasqua Don Bruno visitava il suoi parrocchiani per impartire la benedizione. Tra questi parrocchiani c’erano anche i dipendenti e gli amministratori del Municipio che Egli, da buon pastore, andava a trovare senza ricevere, come è buona creanza, nessun tipo di offerta ma di questo non si era mai lamentato. Grazie all’interessamento del vecchio ragioniere capo Raffaele Schiavo e mio gli venne consegnata in una busta una piccola somma (mi pare 100 mila lire). Anni dopo ho imparato che in poche ore questa somma veniva subito distribuita alle famiglie povere di San Mercuriale.
L’aneddoto che voglio rammentare per ultimo non riguarda la nostra abbazia ma un sacerdote delle nostre vallate, Don Angelo Batani parroco di Santa Sofia. Non ho conosciuto Don Angelo ma amici di cui mi fido mi hanno detto di quanto Egli si adoperò e fece per aiutare quella comunità. Alla notizia della Sua morte venne interrotta la Festa dell’Unità che era in corso nel Paese. Questa notizia finì su tutti i giornali ma la cosa che mi stupisce ancora oggi è che se tu parli con un santasofiese che lo conobbe considera, ancora oggi, non di particolare straordinarietà questo gesto ma semplicemente come doveroso per un prete che tanto aveva fatto per Santa Sofia e i suoi abitanti.
Ennio Gelosi
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