Fatemi il piacere

Se no non cambieranno le cose sulla Sea Watch rischiamo di salirci noi italiani

Dovremmo smetterla di preoccuparci della pagliuzza e di non vedere la trave. Adesso tutto l’interesse è concentrato sulla vicenda legata ai migranti a bordo della Sea Watch 3. Premesso che quello che sta succedendo è vergognoso. Speculare sulla pelle di una quarantina di migranti è desolante. Ma Salvini ci sguazza. Non so quale budget abbia previsto per i regali di Natale, ma, qualunque esso sia, ci aggiungerei una cifra cospicua per la capitana della Sea Watch. Sta facendo un grande regalo a Salvini e al governo. La vicenda dei migranti è diventata una grande arma di distrazione di massa.


https://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2018/03/05/di-maio-e-salvini-le-prime-parole-da-vincitori-lontani-ma-forse-non-troppo/

Ormai non si parla d’altro, mentre è una vicenda tutto sommato marginale. Ma ne oscura altre molto più rilevanti. Lo dimostrano le scelte del Tg1. Ieri sera (edizione delle 20, quella urbi et orbi) ha aperto con la notizia che la comandante della Sea Watch aveva “forzato” il blocco navale e che Salvini aveva schierato i carabinieri sulla banchina. Per carità è una notizia interessante. Peccato, però, che ieri c’era stata la relazione della Corte dei Conti che è stata tranciante. I giudici contabili hanno detto che il debito pubblico è arrivato al punto di non ritorno. Quindi stop alle manovre in deficit. Con buona pace di chi sostiene che si possono o si devono sforare i parametri.

Naturalmente vale la pena ricordare che per non appesantire il nostro disavanzo nella prossima manovra economica non solo si dovranno trovare le coperture per finanziare la manovra fiscale tanto cara a Salvini, ma anche per non aumentare l’Iva. Ma non solo. Nessuno ricorda che la legge di bilancio in vigore prevede che entro quest’anno dobbiamo fare privatizzazioni per 18 miliardi, quasi una finanziaria. Va da sé che se non si trovano (cosa altamente probabile) non potranno essere finanziati con i soldi del Monopoli. Quindi, da qualche parte dovranno saltare fuori. L’impressione che che molto passerà attraverso qualche cartolarizzazione. Ma il make up  comincia ad essere troppo.


Non parliamo poi, notizia sempre di ieri, del fatto che l’Istat ha certificato che la pressione fiscale è in crescita, aumentata dello 0,3. Intanto il Consiglio dei ministri continua a riunirsi per parlare della varie ed eventuali o poco di più. Anche in quello di ieri non si è parlato della manovra di aggiustamento di bilancio. Come se si trattasse di bruscolini. E, quando si parla di economia, gli argomenti non sono proprio edificanti: minibot o utilizzo della riserve auree della Banca d’Italia.

Però il tema dominante è la Sea Watch. Il problema è che abbiamo una paese fermo e governato da un leader (Salvini) che non è uno statista. Sarà bravo a catturare voti, ma è non grado di governare. Una persona non può saper fare tutto. Il rischio però è molto alto: che il prossimo giro a bordo della Sea Watch saremo costretti a salirci gli Italiani come sono stati costretti a fare in passato. E, in parte, stanno già facendo.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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