L’Associazione Mazziniana ha ricordato Giovanni Arfelli

Venne ucciso dai fascisti nel 1923 quando aveva 18 anni.

L’Associazione Mazziniana Italiana (A.M.I.), Sezione Giordano Bruno di Forlì, ha voluto ricordare Giovanni Arfelli (1905-1923), giovane repubblicano ucciso dai fascisti in occasione del novantaseisemo anniversario della morte. Alcune socie e soci, nonché amici del sodalizio, coordinati dalla presidente Rosella Calista, si sono ritrovati al numero civico 161 di corso Mazzini dov’è collocata una lapide,  posta il 9 dicembre 1945, che riporta questa scritta: “EDERA ALL’OCCHIELLO / E UN EVVIVA ALLA REPUBBLICA / PARVERO / CRIMINE DEGNO DI MORTE / ALLA BANDA FASCISTA / CHE / QUI / LA SERA DEL 9-XII-1923 / IMMOLÒ / LA FIORENTE GIOVINEZZA / DI / GIOVANNI ARFELLI”.
Nell’occasione è stato ricordato Enrico Pardolesi, scomparso qualche anno fa, che annualmente faceva collocare una corona di alloro sulla stessa lapide, tradizione continuata per un decennio da Gino Garoia.
Si deve invece allo storico forlivese Elio Santarelli, deceduto nel 2005, la ricostruzione di un drammatico periodo della storia di Forlì, e non solo, che ha come elemento conduttore l’attacco condotto dai fascisti contro quella larga parte dei repubblicani che mantenevano la propria opposizione  al partito di Mussolini e alla monarchia che proprio dal 1923 significò la devastazione o la conquista dei circoli cittadini e del circondario. Nel marzo del 1923, in seguito al ferimento dello squadrista Plinio Pesaresi, si verificò la prima occupazione della nuova sede del Circolo Mazzini, fra le sedi più maestose dell’intera organizzazione. Seguirono altre violenze nei mesi successivi fino ad arrivare al tragico 3 dicembre dello stesso anno quando a Forlimpopoli si verificò uno scontro armato fra repubblicani e fascisti. Scrive Elio Santarelli nel libro “Cronache del fascismo nella città del Duce”, pubblicato nel 2016 dall’A.M.I. locale: “Ben tre caduti: i repubblicani Giovanni Artusi e Carlo Roncucci, colpiti dal pugnale dello squadrista Anselmo Melandri che, a sua volta, veniva freddato dalle revolverate di un altro repubblicano, Vincenzo Monti. Prendendo a pretesto l’uccisione di Melandri, gli squadristi completavano il quadro delle devastazioni o delle occupazioni dei circoli e delle organizzazioni economiche ancora esistenti. Veniva infine occupato il Circolo Mazzini, trasformato, in una delle sue sale, in camera ardente delle spoglie del loro caduto”. Il “Mazzini” rappresentava un baluardo nell’organizzazione del Partito Repubblicano forlivese, che insieme alla Consociazione romagnola, costituiva uno dei punti di forza del partito a livello nazionale.
La situazione in città e nel partito diventò ancor più drammatica quando il successivo 9 dicembre 1923 veniva assassinato in corso Mazzini il diciottenne repubblicano Giovanni Arfelli e ferito l’amico Federico Laghi. Se i vertici del fascismo locale si dichiararono rammaricati per il “nuovo sangue versato” e invitarono gli aderenti di “evitare ogni litigio e di essere disciplinati, sull’organo del Partito Repubblicano, “Il Pensiero Romagnolo” dell’8 dicembre, uscito in formato ridotto e ormai clandestino, denunciava che “Una frazione si sostituisce ai poteri di tutela: organizza aggressioni  compie ogni sorta di soprusi; ferisce, uccide, incendia, viola il diritto di proprietà”. E commentando l’imponente manifestazione fascista per il funerale di Melandri e l’assoluto silenzio nei confronti della memoria di Artusi e Roncucci, il giornale avanzava una “dignitosa protesta” denunciando il fatto che i sindaci di Forlì e di Forlimpopoli, avendo affisso manifesti, non indicavano “una parola di rimpianto per i due caduti repubblicani”. Aggiungeva, inoltre: “Nel manifesto del sindaco di Forlì, il quale fa invito alla pacificazione, si dice che Melandri è caduto per difendere il proprio ideale: gli altri due poveri morti, che sono stati sepolti quasi clandestinamente, per cosa sono caduti? Le loro famiglie non hanno forse diritto a nessun conforto?”
Altre parole indignate furono scritte nel numero del Pensiero Romagnolo del 15 dicembre 1923 per deplorare con estrema fermezza e amarezza l’assassinio di Arfelli, i cui funerali furono improvvisamente sospesi con ordinanza del Prefetto che generò un profondo sdegno. Infatti, secondo le cronache dell’epoca “improvvisamente si formò spontanea una imponente colonna di donne del popolo, che si avviò verso la Piazza Saffi, ove trovasi la Prefettura (gli uffici erano posti al primo piano del Palazzo Comunale, lato destro, ndr), decisa di portare alle Autorità la sua angoscia, la espressione della sua alta protesta contro la violenza e l’inaudita proibizione”. Nell’occasione i reali carabinieri e la milizia fascista fermarono con la forza il grande corteo, mentre, come ha ricordato Rosella Calista, il brutale omicidio verrà ricordato durante gli anni della dittatura con un motivo popolare che veniva cantato ritmandolo col battere degli zoccoli delle filandaie quando il controllo dei capi fabbrica era meno ossessivo. Per assistere ad una nuova manifestazione di donne forlivesi occorrerà invece aspettare la fine della dittatura e quasi per intero un conflitto mondiale, ha sottolineato Gabriele Zelli, e in particolare il 27 marzo del 1944 quando le operaie delle fabbriche forlivesi scesero in piazza per salvare la vita a 10 giovani renitenti alla leva, che si erano sottratti all’obbligo di presentarsi per combattere dalla parte della Repubblica Sociale Italiana voluta da Benito Mussolini, dopo che cinque ventenni erano stati fucilati per le stesse ragioni il 24 marzo in via Ripa, all’interno di quella che era la Caserma Ferdinando di Savoia.  
Ecco perché occorre fare memoria della storia cittadina, dagli eventi più rilevanti a quelli marginali, se si vuole capire chi siamo e l’origine del nostro contesto quotidiano e della nostra cultura antifascista.

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).