Renzo Piraccini presidente di Fieravicola è una scelta logica e dettata dal buonsenso. Ma se un forlivese guidasse una fiera cesenate quali sarebbero le reazioni?
Renzo Piraccini presidente di Fieravicola. La notizia è fresca di stampa, ma non è una novità in assoluto. Che sarebbe finita così lo si sapeva fin dall’inverno scorso, ovvero quando l’alleanza Cesena/Rimini battè Parma tenendo Fieravicola in Romagna, ovvero nel suo ambito naturale.
La kermesse se ne andrà da Forlì spostandosi a Rimini, facendo quindi lo stesso percorso che qualche anno fa fece Macfrut. E non è un caso: Macfrut e Fieravicola saranno abbinate realizzando l’obiettivo che Piraccini si era prefisso da sempre. Del resto le due fiere sono complementari e in una struttura come quella di Rimini potranno esprimere tutto il loro potenziale supportandosi a vicenda per costruire un polo romagnolo dell’agribusiness.
Dunque, tutto bene quel che finisce bene? Certo che sì, anche se il giudizio definitivo non può che essere rinviato a quando si capirà come saranno andate le cose. Ma, pur evitando voli pindarici, si può prevedere che il bilancio sarà positivo. Le condizioni ci sono tutte: la complementarietà delle due fiere, la location e le indubbie capacità di Renzo Piraccini, manager di lungo corso e profondo conoscitore del mondo dell’agribusiness.
L’operazione inoltre dimostra quanto sia importante abbattere campanilismi e provincialismi per ottenere un risultato utile per l’economia del territorio. Ora è stata tracciata una strada dalla quale difficilmente si potrà tornare indietro: l’alleanza Cesena, Forlì e Rimini. Anche questa però non è una novità in assoluto. A qualcosa del genere si era lavorato poco meno di una decina di anni fa. Allora il discorso non era limitato a singole fiere, ma alla struttura complessiva. Poi non se ne fece niente per tutta una serie di motivi. Ma l’obiettivo non fu abbandonato. E il trasferimento di Macfrut fu il primo passo. Ora è stato fatto il secondo e non è detto che sia l’ultimo.
Tutto lascia credere che l’operazione sarà accompagnata da giudizi positivi. Però una domanda è inevitabile: adesso c’è un cesenate alla guida di una fiera made in Forlì, cosa sarebbe successo in una situazione opposta? Facile immaginare che si sarebbe gridato allo scandalo, molto di più di quello che successe quando Macfrut traslocò a Rimini.
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