Adesso viene il difficile

Sbagliare sarebbe una pietra tombale e non ci sono margini di errore

Dunque, Conte ce l’ha fatta. Al termine di una trattativa estenuante ha portato a casa una vagonata di miliardi che, se spesi bene, potrebbero aiutare l’Italia a cambiare volto. Non è esagerato dire che, nella storia del Belpaese, questo è uno dei momenti più importanti. Sbagliare adesso significherebbe mettere una pietra tombale sul futuro. Perché, sia chiaro, è un treno che non passerà più. È difficile che ci sia concessa un’altra possibilità.

Giuseppe Conte

Anche se la cosa potrà far venire l’orticaria a qualcuno, dobbiamo riconoscere che questa volta dobbiamo ringraziare innanzitutto Germania e Francia. Senza la loro alleanza saremmo tornati a casa con le pive nel sacco. Certo, non lo hanno fatto perché animati da spirito mutualistico. Ma perché non potevano permettersi un crac di tutto il sud Europa. Però per noi è l’ultima chiamata.

Nei giorni scorsi Federico Fubini, sul Corriere della Sera, è stato chiaro: dopo la crisi del 2007/2008 l’Italia è l’unico paese a non essersi rialzato. E cita dati impietosi: a fine del 2021, l’economia tedesca sarà cresciuta del 13 per cento rispetto al 2007, quella francese sarà cresciuta del 7, quella spagnola del 3, la nostra sarà decresciuta del 9. Insomma, un disastro in piena regola che questa volta non ci potremo permettere.

Il problema è che la strada continua ad essere in salita. Il successo nella trattativa europea dovrebbe aver salvato il posto a Conte. Nei palazzi romani si parlava già di una sua caduta e si faceva anche il nome di Arcuri come uno dei possibili successori. Ora il presidente del Consiglio resterà al suo posto e dovrà disegnare il futuro. E il difficile però arriva adesso. Se nella trattativa Europea ha potuto gonfiare il petto è perché sapeva che aveva le spalle coperte. Adesso no. Non c’è nessuno che possa difenderlo dalla sua maggioranza frastagliata e litigiosa e che lo obbliga a continui equilibrismi fatti di rinvii a data da destinarsi.

Il problema è che d’ora in poi non si potrà più permettere l’equilibrismo, la realtà presenterà il conto, e lì la lentezza, la difficoltà nelle decisioni strategiche e di spesa, l’incapacità di governare la sua maggioranza sarebbero dirimenti e rischieremmo un brusco risveglio.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.