Zuccatelli pro e contro

Il cesenate di adozione commissario della sanità calabrese

CESENA. Il ferrarese Giuseppe Zuccatelli, cesenate di adozione, è il nuovo commissario dell’Asl calabrese. Il manager, Beppe per gli amici, arrivò a Cesena  nel 1993 e da allora non se ne è più andato. La sua nomina è stata accompagnata da una serie di polemiche legate a dichiarazioni private fatte sull’utilità dell’uso della mascherina come forma di prevenzione al Covid. Posizione espressa in un dialogo privato all’inizio della pandemia e che lui stesso, ieri, ha detto di aver rivisto. L’importante è che abbia chiarito che non è un negazionista e che “rispetta” il virus, perché, in questo momento, tutto sarebbe servito, fuorché una guida di una sanità regionale con quel tipo di convinzione.

Giuseppe Zucccatelli

Per il resto quella di Zuccatelli è una buona nomina. Sia chiaro, non potrà fare miracoli. Nel senso che nemmeno lui è capace di trasformare l’acqua in vino, cosa che sarebbe necessaria per sistemare una sanità disastrata come quella calabrese. Ma è indubbio che Zuccatelli abbia due tratti distintivi importanti: conosce la sanità e non gli piace galleggiare. Ha il piglio dell’amministratore delegato, di quelli che prendono decisioni. Lo dimostra anche la sua storia politica, iniziata nel Pci da migliorista. 

Non a caso fu il primo vero manager della sanità cesenate. Ed ha lasciato il segno tracciando un percorso sul quale si sono mossi i suoi successori. Pur essendoci reciproco rispetto, fra noi due non sono mancati i contrasti determinati soprattutto da una diversa visione della sanità. Rispetto a me Zuccatelli era più moderno, aveva una visione meno territoriale. Ancora non si parlava di Area Vasta, ma lui ragionava su un’Asl unica fra Cesena e Forlì. Innovative furono alcune proposte relative a medici di base. Meno condivisibili, anche nel medio/lungo termine, alcune nomine di primari, ma soprattutto lo spacchettamento di Chirurgia.

Adesso è atteso da questa nuova sfida, presumibilmente l’ultima della sua lunga e blasonata  carriera. Certo, la Calabria non è l’Emilia Romagna. Quindi è difficile pensare che possa avere l’impatto da bulldozer che ebbe a Cesena. Ma è impensabile anche il prosieguo dell’ attuale immobilismo. L’impressione è che dovrà avere un approccio più inclusivo. Se non altro perché questa volta non avrà la carta bianca che spesso ha avuto in passato, se non altro perché c’è un territorio che fatica ad accettare supinamente le decisioni di chi arriva dall’esterno e rischia di essere visto come un catapultato. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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