Persi per strada mille miliardi

In vent'anni. Con quei soldi il bilancio dello Stato sarebbe completamente diverso

CESENA. In vent’anni abbiamo perso mille miliardi. Sono i soldi delle tasse non pagati e che lo Stato non riesce a riscuotere. Lo scrive oggi repubblica.it. In Italia quindi abbiamo un doppio problema. Non solo c’è un’evasione fiscale altissima, ma è alto anche il mancato pagamento. Ora la prima considerazione è facile: se tutti i contribuenti avessero fatto il loro dovere adesso parleremmo di tutte altre cose. Tanto per essere chiari: il 30 novembre del 2020 il debito pubblico italiano era attestato a quota 2.586,5 miliardi, dato ufficializzato da Banca d’Italia. Provate a togliere mille miliardi e vedete l’effetto che fa. Ma, purtroppo, è solo un esercizio statistico. 

I crediti fiscali sono “accatastati” in quello che in gergo è definito un “magazzino”. Enrico Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, a Telefisco ha definito (bontà sua) quel monte di soldi un’anomalia ed ha aggiunto “sono riferiti in gran parte a soggetti che non sono in grado di sostenere la riscossione”. 

Non è la prima volta che si parla di questo tesoretto e in più di un’occasione si è paventata l’ipotesi di una rottamazione, cancellazione a prezzo super scontato. Ma Ruffini, stando a quello che riporta l’edizione online di Repubblica, è molto freddo rispetto a questa soluzione. L’ha definita un’ipotesi “tecnicamente possibile”, ma che in passato ha dato risultati modesti. Dato  che, probabilmente, conoscono anche gli stessi politici che, però, sanno anche che lanciare la proposta garantisce un ritorno mediatico alto.

Certo, la carta della rottamazione va comunque tenuta presente. Anche perché poco è meglio di niente e sarebbe il benvenuto tutto quello che potrebbe arrivare nelle asfittiche casse dello Stato. Ma è la panacea di tutti i mali, come, invece, viene presentata da qualcuno. Prima di scegliere questa strada però sarebbe importante percorrerne un’altra: dare nuove regole e mezzi agli enti di riscossione per intervenire con forza laddove vi sono crediti effettivamente esigibili. Perché di furbetti ce ne sono tanti e bisogna fare di tutto per stanarli. Ma serve la volontà politica. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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