Sbagliato riporre speranze esagerate su Mario Draghi
CESENA. Forse Mario Draghi troverà i numeri per governare l’Italia. Non dovesse succedere dai mercati potrebbero arrivare brutte notizie, a partire dallo spread. La speranza quindi è che “Supermario” riesca ad ottenere il via libera. Ma bisogna evitare voli pindarici. Si sbagliano coloro che pensano o ritengono che l’ex presidente della Bce abbia la bacchetta magica. Draghi è bravo e preparato, ma nemmeno lui è in grado di fare miracoli.
La sua grande forza è la credibilità della quale gode a livello nazionale, ma soprattutto internazionale. Ma non basta. Non può bastare. Il problema è che sedersi a palazzo Chigi sarà molto più difficile che guidare la Banca d’Italia o il board della Bce. La prima differenza è il rapporto con la politica. Un conto è avere a che fare con i partner della Bce che possono avere posizioni diametralmente opposte, ma sono preparati e quindi la discussione è sul merito dei problemi. Un altro è avere a che fare con politici che sanno parlare per slogan, hanno scarse conoscenze dell’argomento e ragionano solo sulla base di posizioni ideologiche.
C’è poi il problema della burocrazia. Un “mostro” col quale qualsiasi amministratore deve scontrarsi e il cui smantellamento dovrebbe essere il primo punto di qualsiasi governo. Per farlo non serve però solo qualche generica dichiarazione di intenti, ma la volontà (determinazione) politica. Serve “cattiveria”. Perché per risolvere il problema della burocrazia va tolto potere a tante strutture che sarebbero le prime a ostacolare il percorso di chi vuol cercare di innovare un modello ormai impantanato. E se i problemi potrebbe averli un governo politico con numeri solidi, figuriamoci un esecutivo che non è la diretta conseguenza del voto.
Questo non vuol dire che un eventuale governo Draghi non possa ottenere risultati importanti. Anzi, si può essere positivi, anche perché, comunque, la discesa è vicina. La campagna vaccinale è alle porte e l’inevitabile ripresa economica potrà essere rafforzata dalla corretta gestione dei fondi provenienti dall’Unione Europea. Ma un conto è immaginare e ipotizzare un lento e graduale miglioramento, un altro è pensare di aver risolto i problemi del Belpaese.
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